La sorpresa odiata

Cosa mi porta in dono questa notte?

forse lacrime di stelle e polvere di sale

con cui riempire spazi che sembrano non finire

sguardi che sembrano colpire i giorni passati

ricordi che non lasciano scorrere questi respiri leggeri

La casa non ha pareti ma colonne d’acqua fresca

per lavare via ogni possibile sguardo di corvo

che si posi sui miei segreti

Ti spio quando non ci sei

e ciò che vedo riempie il mio favore con altri si da sussurrarti nel buio

Lo sguardo ritagliato

Vi vedo uno ad uno

di fronte a questo muro di sabbia bianca

non avete ne testa ne cuore

solo mani che stringono i destini di piccole foglie morte

Non mi aspetto tu capisca

ogni mio vedere oltre il tuo volto

oltre ogni sorriso che passa nel campo di una vita

La violenza con cui la pioggia mi lacrima nei ricordi

è una splendida metamorfosi dei miei desideri

Sarai una scusa per ogni mio sabato stanco

per ogni carezza che ho rubato

in tanti anni di pura passione per la vita

silenziosamente amata

in uno sguardo ritagliato

La sposa liquida

Di che pace possiamo vivere?

Di cosa si cibano i nostri sogni?

Guardo il mondo di traverso

e mi aspetto che risponda

con i tutte le parole che ancora non si dicono

Sarò felice o sarò viva?

Avrò una stella da inseguire

oppure scapperò da essa?

Statuaria la mia voglia di amare il mio desiderio

fino a rendermi complice del martirio della notte

sulle spine di un ricordo

che nascondo nel cielo di un giardino segreto

dentro la mia mano

Il sorriso nascosto

E’ deforme questo desiderio

affaticato da ogni giorno

il mio sorriso è nascosto nelle mie labbra

e non si avrà sonno fino a che non si sveglierà

invito le stelle al bachetto dei miei sogni

per ricattare la noia

affinchè pervada la mia piccola follia di vivere

E’ un teatro osceno

che si nasconde nelle mie mani

fino a tuffarsi

nei miei occhi troppo grandi

per chi non vuol vedere

 

Orizzonti di Marmo

E’ tutto orizzonte

che ci chiama nei sogni

una vita costruita da blocchi di pane raffermo

la fantasia di un bacio che ancora ricordo

nelle mie preghiere sempre troppo umane

pratico nelle azioni

osservo tutto un mondo scorrere

Sono un incontro verso me stesso

l’esperienza che avanza nel guado

un fiume di persone che ormai non riconosco

se non quando trovano la strada

verso il mio tramonto

Non è umiltà

valgo il mio nome

risolvo equazioni su fili d’erba

e aspetto guardando la coda dell’orizzonte

 

Orsi di peluche

Ho martoriato piccoli suoni dietro la porta
curiosavano troppo dalle feritoie di un sapore
le sirene alzavano la polvere per rubar la libertà di qualcuno
le scienze esatte non ebbero la meglio
sui dubbi del terzo figlio

ne il primo sapeva cantare
ne il secondo sapeva giocare
il terzo solo sapeva guardare
tutti gli altri
regalati la sicurezza di un orso di peluche
culla le notti a fantasie innocenti
portando in dote
incubi di cristallo nero
Ora non essere e dormi
era solo un parto ghiacciato
nell’immortalità di un futuro

Immortali seriali

In quante vite possiamo essere?
in quanti ricordi respiriamo ogni secondo?
Qualcuno avrà scritto di noi
in maniera banale, odiata, profonda?

passiamo nelle menti di stranieri per la strada
per uno sguardo di qualcuno che si chiede chi siamo
siamo un immagine
rubata dalla luce
che ci ripete all’infinito
per un eternità di stelle
e tutte le nostre azioni
sono un film in rotativa
scene chiuse in barattoli sterili
offerti a critici superficiali
e spettatori distratti
che non immaginano
quanta vita ci sia in essi

Senso futuro

E sono occasioni
contrabbandi legali
fiamme orizzontali che spremono futuri
impennano favori

tutto si dissolve
senza silenzi romantici
solo paraventi cinesi
e roncole montane
troppo assorbente
paralizza il delirante logico
di tutte queste parole in fila
che non dicono nulla
e raccontano visioni veloci
buone per buttar giù parole
che domani avranno senso

Ecco

Ecco un’ altra donna sognata
E che mai ho conosciuto
miraggio dei miei deserti
o veggenza di soccorso ?
Poco importa ai semi di lino
loro si dimenticheranno sempre di respirare

Nessuno

Odisseo ciclopico
di parte nessuno
maledetto dall’invidia del salto nel sole
conta le pecore della tua follia

ti addormenti nel fosso dei diligenti
sperando non ti raggiunga il tempo
colpisci odisseo
acceca l’orrore del bacio della sirena
dimentica itaca
torna a combattere
nelle favole di argo
non ci saranno più eroi
ma solo memorie
da cui sposare giorni a filare
Penelope ti ha tradito
ha finto di aspettare
facendo pagare ogni spettatore
per favori ubriachi
scappa odisseo
sacrifica telemaco
e fai vela verso nessuno

Giorni come questo…

Giorni come questo manca il freddo sicuro dei boschi intorno a Mosca…..alberi a perdita d’occhio.. marinai dei boschi a navigar cieli assurdi. Il silenzio è una prateria bianca, dove anche il più sinistro grido viene cullato da chi scappa al diluvio universale

Cattivo fino al dolce

Dove finiranno i miei appunti?
le mie domande filate da fusi spezzati
i crocicchi del senso
e gli amori senza sapore

i tuoi occhi tatuati su un ricordo
la tua pelle di zucchero caldo
e gufi d’argento intonano una klama
quanti secondi sparsi sul pavimento
e nessuna voglia di pulire i resti di un sogno
schiantato sui vetri
evasione dalla gabbia del desiderio
c’è un momento in cui tutto crolla
salendo fino a quel cielo
su cui camminiamo senza profilo
Ago da bilancia
non darò mai ne troppo ne poco
solo il giusto proverbio per scappare in fretta
Dove sono finite le mie scarpe rotte?
Volevo la comodità di un flauto
acqua di roggia
e fili di vento da occupare
Cenerò con pane e olive
facendo finta di non aver altro su cui danzare

Acquisti intelligenti

E’ la marca che non va bene
ed è troppo tardi per cambiare
lo spaccio di umanità

tagliata male
arsenico senza fronzoli
tende da bagno
al posto del cuore
e tutto
buono solo per condir risotti
di impietosa stitichezza
provate a finir la giornata
delimitando il danno ai propri occhi
pronunciamo male la parola
“domani”
la teniamo troppo stretta tra le fauci
del nostro lupo di cartapesta
quel giocattolo a molla
che condivide la nostra impazienza
tra le salite di bordo
e un giro di chiglia
per i nostri fratelli tascabili
e a nulla serve
lasciargli la nostra fossa
loro ne avevano già un’altra
nuova di zecca
una zecca di stato
E’ la marca che non va bene
la marca umanità dei coriandoli esplosivi
meglio sceglier bene ove acquistare la gente
fidarsi dei saldi
solo a esaurimento scorte
un bacio a morte ritardata
di ogni quando
per nessun dove

Avrei voluto vedere le cicale fiorire

Avrei dovuto cacciarti fuori a pedate,
ma avevi lasciato da me
tutte le bozze e gli appunti dei tuoi sogni
ancora non sono così cattivo

per ora
Per ora non assalgo le diligenze
con cui trasporti le tue noie
le poche fiammiferaie con cui guadagni secondi
vorrei solo che le cicale tornassero a fiorire
ammirare la crescita delle falene
innaffiare contadini burberi
e tutto il circo della campagna
che me ne faccio di una città senza porte?
ogni angolo potrebbe nascondere un altra te stessa
una trappola dei tuoi sospiri
una dolcezza che hai dimenticato sul treno
come vivi in quella casa di marzapane?
la ricostruisci ogni volta
che inviti cannibali emotivi a cibarsi di te
preposizione semplice del tuo disaccordo
vieni celebriamo la tua noia
è il salasso dell’insoddisfazione
tende a rapire le possibilità a portata di mano,
rende ciechi prima dei pasti e a stomaco vuoto,
ma è solo uno stimolo che ancora non conosciamo
per questo vorrei solo veder le cicale fiorire
mentre tu porti via gli appunti dei tuoi sogni

Il sogno del Vajont

Il cielo ci seppellì
senza il suo blu
ci offese negandoci il colore
togliendoci il respiro

Come un becchino scrupoloso
ci coprì
senza chiedersi se avevamo un vita che volevamo vivere
Maledetto egoista
maledetto silenzio
I nostri figli
sono diventati la foto vivente del loro sorriso
Le nostre madri statue del loro dolore
il nostro inferno non brucia
ci gela la paura e l’amore di un sogno
Ma nessuno mai
ci chiese se volevamo vivere ancora
prima di coprir le nostre bare
“Una dedica ai dormienti del Vajont”

Piccole enormi stelle maldestre

Vanitose stelle
brillanti solo per compiacersi
che ne è stato delle sorelle spente
ormai tremanti di vergogna nella coda dell’ombra

Han smesso di esser luce a se stesse
alla portata degli uomini
su cui non brilla fortuna
dove formule d’alchemici seri
si tatuano conforti al proprio vociare
Piccole enormi stelle maldestre
assaggiate la notte
morenti al sospiro
Grandi i pensieri che vi hanno donato
mentre indifferenti passate al setaccio
solo specchi maggiori
Ogni canto a voi intonato
è stato disperso nella notte del cosmo
Avete benedetto con attese
solo chi schiavo
vi rendeva gloria
Inutili preghiere per le vostre presunzioni
Troppe volte dedicate a luci ormai morte
Ma ogni figlio può rubarvi con aquiloni inventati
Piccole enormi egoiste
spegnetevi in gloria
e lasciate sperare la notte

Atto d’amore con assassino

Ti porto con me su granelli di sabbia
dove salto i miei giorni
compiendo le profezie di cassandra
Arrivando a paradisi senza testa

dove il boia ha un fiore all’occhiello
un ceppo d’argento

E per la mano come una catena
ti farò sudare tutte le paure
con spine d’avorio per i capelli
pettinando via
le illusioni che ti fan esser splendente

E ancora più a fondo
del nostro voler esser qui
del nostro disincanto
per un bacio di sferzate
linciato dalla noia
al rogo dai pensieri

Perdimi ora
e non esitar sul domani
non esiste il noi
se non come uno
indecente nel procrear
le stelle dalle tue lacrime
ma solo così
sanguinerà abbastanza
da non dimenticarti
Poichè il mio amore
è una risata isterica
dietro le spalle

Il mercato nero del cuore

Oggi svendiamo l’aria
impacchettata in comodi minuti
agevoli ore
il mercato nero del cuore

pompa siluri di incoscienza
verso corazzate illusioni
manda aria al cuore
compra aria per il cuore
più scendi e più respiri meglio
l’estasi di un sottobosco di domande
tuona come un folle senza denti
che raccoglie scatole vuote
Compra aria per il cuore
spreca aria per il cuore
mi piace l’inconsistenza del mio vedere
respira pezzi di vetro morbidi
li manda al cuore
e ne strazia gli strati di ferro
con cui ho rattoppato i giorni
Compra aria
Butta aria
Quanta aria bisogna respirare
per poter pompare abbastanza amore?

120 figli

120 figli
da rendere perversi
davanti a teleschermi
accesi sul consenso

trasforma la tua mente
in un campo di farfalle
e goditi il momento
in non sarai padre
Migliori prestazioni
con assi di bastoni
cieli celibi d’alba
e suore senza odori
potremmo far finta di nulla
ma non è vero niente
l’uomo su cui contiamo
a cui non frega un accidente
E intanto resti a galla
su pozzanghere di fiori
camminando all’indietro
come un buco senza fori
e tarderai ancora
al tuo nuovo funerale
sempre che al giudice
sia concessa la libertà individuale

Ricetta facile per una salma

Dove troverò ancora
la morbidezza di un angelo sfitto
la lugubre passione di una trottola

come lucciole che si accendono
ad ogni speranza morta
Un avviso imperfetto
un barbecue di bugie
ed ecco servita la domenica delle parabole

Le vacillanti attese di una fiamma
tardano a presentarsi alla messa
inutile pregare
fortuna migliore alle scimmie urlatrici
chiamami come vuoi ma non farlo di domenica
ho una aspetto così tetro
nel mio vagare per le stanze senza un delitto da compiere

Posso ma non devo
lacci di cotone al funambolo in cucina
appeso al maiale lavapiatti
rubato ad un circo ottuso
Ed è ancora domenica
speravo che le parole
ne forzassero la dipartita
ed ora come faccio?
ho invitato tutti al funerale
ma non abbiamo una salma

Lui si guardò intorno indeciso….

La deriva dei sorridenti

Proverbi che si lamentano
e ponti sulle mie libertà
la prua di una nave fantasma

si volge al sud di se stessa
in un piccolo frammento di stella
navigando galassie che fremono nel liberarsi
Il mondo delle intenzioni
si taglia le vene per sopravvivere
mentre tutto nel suo folle caso
diventa un crimine impossibile
e mentre il fiume nasconde il passo
un bacio si ruba
tiene caldo alle dita
Non ti pensai meglio di così
ma non basti ancora alle mie ore
le consumi sputandone i semi
che cadono su campi di strette di mano
Sparite ora
prima che sirene gravide
intonino salmi
al funerale dei pochi sorrisi rimasti

A Voi

Camminare nel chiaro buio
in disparte dal mondo
mentre siete tutte andate
come foglie suicide

chi per troppa fortuna
chi per non aver capito cosa baciare
Mi chiedo spesso cosa avete amato
e la risposta è un violento dimenticare
madri senza figli
spesso influenze senza medici
la delirante assassina
le docile folle
un cesto di paure feroci
ed io al centro
il vostro dio imperfetto su cui bestemmiare
quanto indecente fu il vostro commiato
quante preghiere al mio altare
Scoprendovi solo ora
a rimpiangere di non esserci state
quando avreste dovuto amare
Ed ora vi ricordo tutte
piacevolmente incendiate
tanto da brillar nel cuore
dove accendo candele ad ogni vostro ricordo
Vi ho sempre augurato un miglior suicidio
spiandovi nel vostro tornare a veder
se il vostro antico dio
è morto d’ironia

Cade il paradiso nessun morto

Un ombrello per salvare i pensieri
il cielo potrebbe cadere in ogni momento
e la fantasia morirebbe
schiacciata da tutte le preghiere

Perchè è questo che accadrà
il cielo cadrà sugli uomini
troppo pesante per rimanere in paradiso
troppe le preghiere inutili
che ogni folle ha lanciato
disturbando quei santi
che fecero di tutto per star lontano
dagli uomini di buona volontà
Cordelia è sparita
dio gli avvelenava il caffè
Non sappiamo nulla di lei
ma ogni tanto riceviamo
cartoline dal paradiso dei dimenticati
dove ogni nulla ha un suo mondo
da partorire
doglie da poca fantasia
Cammina vociante
stando bene attento
a quando il cielo cadrà
per la poca santità
dei santini in saldo

Pensierico

I colori si sfaldano sul piano bianco del comodino….tutto assorbe il giallo della perenne ovvietà di un monaco che s’affretta….. sono in un tempo fuori posto…. ancora nel momento della pausa tra la narrazione e l’aberrazione