Un branco di ciechi dalla nascita che corrono a destra e manca insegnando urlando i colori ad altri ciechi…. ecco come mi appare il mondo…
Month settembre 2010
Il cosmo in scatola
Era imprevedibile saper plasmare
Modellare con i frammenti del mio cosmo liquido
Scegliere le frasi che hanno creato
sistemarle su scatole di ottone e sale
Ho preso il meglio del mio sorriso
dei miei giorni
degli sguardi che mi hanno bruciato l’anima
Degli amori che ho sconfitto
Delle pretese che ho incendiato…
E le ho chiuse in un cosmo in scatola
danzante al centro esatto di questo universo in piena apocalisse
Salvando così
Tutti i frammenti dello specchio
che ho distrutto alla mia nascita…
Il figlio negato
E’ solo un figlio dei ricordi
alza le braccia al cielo
sopra la folla che attende il miracolo
invoca tutto ciò che la mente gli dona
Mentre l’innocenza cola da braccia adulte
diventando sangue nero e solido
Tutto accade in una stanza
in una periferia della decenza
Dove figli improvvisati sono giocano in macelli di vita
Nemmeno il sole e la luna sono innocenti
Hanno atteso guardando lo scempio di quell’infanzia
Impassibili alla tortura di un sorriso tatuato ai bordi delle lacrime
Cosa vestirai da grande?
Adulto con deserti nell’incavo del sogno
Clochard attempato a soli 15 anni
Dove il tempo è un signore che ti avverte della morte
mentre impassibile vorresti tornare in quel letto sporco e occupato
Tutto corre così in fretta quando hai occhi comprati in saldo
diventa tutto così improvviso quando hai come balia un pupazzo senza braccia
E sciami di parole che avresti dovuto vomitare sopra inutili gesti
Ecco ciò che siamo diventati saggi ubriachi che scorrono nelle vene del mondo
insieme ai doni da sacrificare al dio degli uomini
Il vecchio secchio
Il vecchio secchio non tiene più ricordi
salva anime in pensione
chiama amori da una finestra murata
il vecchio è uno strano dubbio
una ruga di coerenza sopra la parola fine
mentre noi vorremmo lottare per un Seguito non presente
gioca poco con i tuoi sofismi
hanno gli anni che ami
gli amori che ti neghi
sono un vecchio con speranze concrete e infantili
dove miro con una fionda le finestre delle tue inibizioni
uno sciocco appuntamento
dimenticato da anni e cancellato dalla coscienza
donati anni più chiari di questi
avremo più spazio per nuovi buchi nel soffitto
Principi Azzurri Psichedelici
Scorre da tubi al neon sotto forma di un soffio
lo hanno dimenticato in una delle tante stazioni della periferia dei libri di favole
Non esistono più forme attese
Nessuna principessa che abbia la decenza di farsi salvare
Ora indossano divise uguali
sempre più macerate da trucchi e rossetti fosforescenti
Non è poesia quella che cade nel lavandino
è residuo di notti diagonali
hanno certezze ad ogni pasticca che celebrano
Il resto è un indecenza del tempo
del rimmel sbagliato su visi vecchi di anni
Rimani indeciso se accendere i tuoi sogni
deboli alla scelta
uccisi e torturati dal troppo prenderti sul serio
Non abbiamo più bisogno di principi azzurri
Le nuove signore
voglio principi azzurri psichedelici
qualcosa che non sia una torta dimenticata nel frigo
nemmeno un secondo
nemmeno un tempo migliore
non più ciò che sarà
Un adesso ubriaco che vacilla tra ieri e domani
Siamo favole a cui hanno strappato le ultime pagine
negandoci il “e vissero felici e contenti”
Ci hanno improvvisato fino alla vittoria del cattivo
Senza santi ne dei che salvano
Vogliamo il nostro lieto fine
e non importa se è ad un passo dal bianco delle pagine
troveremo qualcun altro a cui far romanzare le nostre quotidiane noie
Ed ora bacia quel rospo da giardino
e come per una magia ubriaca
come se il destino avesse lo stesso sadismo del tuo non far nulla
ti ritroverai a bere con un principe azzurro psichedelico che ripete: “che ore sono?”
Labbra di corallo
Preferisco i tuoi risvegli
alle più belle albe che mi troveranno
preferisco i tuoi sogni
ad ogni notte in cui ho corso negli incubi di dio
non può esistere sole o colore
se tu non sorridi
sarebbe un crimine atroce
gli universi stessi ti cullano
appena prima di morirne tra le tue braccia
scelgo la vita che sgorga dai tuoi occhi
ad ogni compleanno felice
scelgo il tuo esser felice
ad ogni regalo di natale
e quando la terra vorrà esser amata
non vorrò altro che riposare in eterno
sulle tue labbra di corallo bianco
La mantide suonatrice d’arpa
Alza le spade fino al limite del suono
decide le proprie note come fosse un degno suonatore
Signora del non volere
Amante del potrebbe
Una caricatura d’orchestra tra foglie di acciaio sporco
Inizia il suo concerto scuotendo le chiome di leoni di marmo
ritorna sui passi di un motivo affilato
taglia in due le ragioni
spacca le illusioni appena prima di baciarle
Inonda i cieli di soffi colorati
Diventa cielo diventa inferno
Paradisi di stoici avanzano
Non si ferma
danza sulle corde
inneggia celebrando le spine dentro al cuore
deve finire
deve terminare il suo armonico suicidio
Gentile oltre la morte
Lacrimando scene felici
Vortice di sogni dipinti a metà
terminati in note spezzate
E’ un amore di rara bellezza
quando la mantide diventa suonatrice d’arpa
Canti di ieri
Scelsi la via del ritorno
per continuare a inventare piccoli futuri d’avorio
usai posate d’osso per cibarmi delle scelte
poche ma confuse improvvisate a questa vita avara
scemando sull’inizio di un concerto muto
Concerti di insetti irrompono da finestre sprangate
L’unico senso che la notte mi riporti indietro
Un croupier diabolico
ride sputando “rien va plus”
avevo un ultima fish
mai giocata
custodita
incenerita dai tuoi “aspetta”
Credenze di contadini fiduciosi
si intrecciano con i sogni di un piccolo robot abbandonato
è un futuro di nichilismi ottimistici
lavori da eseguire in cori antichi
scivolate sul dorso di questo mondo inondato da parole sempre più spente
Avete salvato solo i cadaveri dei vostri pensieri
lasciando spazio a cimiteri di desideri e intenzioni
Sono solo dinanzi ai templi del mio divenire
Secoli di echi mi accolgono rombando canzoni di oggi
Il coraggio non manca
La fisica dei momenti cambia ad ogni volere
E arrivo ancora una volta senza respiro
al finire del mattino
appena prima dell’alba.
Le intonazioni del vento
E si scoprono le carte
si diventa puro nulla di ieri
ridenti manichini senza espressione
polvere d’oro di giorni a venire
Costruisco minuti in sale di secoli
svuotando ogni coscienza che non sia la mia
Provoco l’egoismo per riconoscerlo contrario
ricevendo libagioni di puro odio altrui
Non sono sicuro di aver buoni occhi per tenere ferme queste catene
che tolgono il fiato a sensazioni color turchese
Colori…colori e ancora colori
che orgiasticamente si versano nel centro stesso del mio adesso
E’ un precipizio su un mare di venti leggeri
dove mi scopro marinaio impossibile
tra le onde di sguardi e sorrisi
Unica orma del mio esser stato
Ora riderai
e ne bacerò i bordi
è una pausa tra le conquiste ad Oriente
Vorticosamente si cade per salire
mentre la morte è una nemica da cullare aspettando si addormenti
Rimango solo
a luci spente
davanti a specchi di persone che non conoscono quanto bruci il loro vivere
Il sole caduto (l’evoluzione all’amore)
Scendi sulla terra
e tocca quel sole che vi è rimasto ferito
Toccalo e brucerai
Viaggia e percuoti i nervi del mondo
fanne musica per monaci silenziosi
Torna e tocca quel sole
brucerà ancora
Scopri le rapide del desiderio
percorri ogni goccia nelle cateratte del cielo
E brucerà ancora
Spargi le tue paure su questo deserto di visi
lascia il passato sopra altari senza fedeli
Innalza il gonfalone sulle rotte di Bisanzio ritrovata
Ascolta e cercati in ogni gesto di sciamani delle steppe
Avrai un corpo nuovo un arco e uno sguardo
Sentirai l’uno nel fondo del mondo
e scoprirai come cantano le stelle dentro allo stagno.
Avrai poche parole
ma ognuna sarà viva e potrai creare i mondi
Solo allora potrai tornare
e raccogliere quel sole caduto sulla terra…
Io sono diverso (manifesto del razzismo logico)
Il sangue non è mai lo stesso
Ne il colore
Ne la composizione
Dio non è mai uguale
Non è da gabbie di limitazioni di pensiero
l’amore non è un bisogno
La mia lingua è più veloce o più lenta della tua
I miei pensieri sono diversi
dai tuoi
Le mie vene dipingono il mio corpo diversamente dal tuo
I miei sogni lo sono
I colori che vedo
La gente che incontro
Le parole che dico
Io sono diverso
Gli incubi sono diversi
molti tu li crei ed io li inghiotto come fiele
Ma anche tu fai parte dei miei incubi
Ci possiamo sfiorare ma alla fine siamo due cose distinte
Possiamo viverci ma siamo lontani
Le mie unghie crescono diversamente dalle tue
Il mio battito non è mai simile al tuo
Non ho radici, poichè non voglio morire in piedi dove sono nato
Nemmeno le rocce rimangono sempre allo stesso posto
E anche qui siamo diversi, tu pensi che non sia giusto cambiare idea
io la cambio
ed ogni volta penso a quel che cambia
Nemmeno il cielo è sempre uguale
E tu vieni a profetizzare un mondo uguale per tutti?
Sei la condanna alla realtà
commettendo il crimine più inutile
Anche nella volontà siamo diversi
Vorresti io fossi diverso
Ma io me ne frego di come sei e ti lascio essere
Principi Azzurri Psichedelici
Scorre da tubi al neon sotto forma di un soffio
lo hanno dimenticato in una delle tante stazioni della periferia dei libri di favole
Non esistono più forme attese
Nessuna principessa che abbia la decenza di farsi salvare
Ora indossano divise uguali
sempre più macerate da trucchi e rossetti fosforescenti
Non è poesia quella che cade nel lavandino
è residuo di notti diagonali
hanno certezze ad ogni pasticca che celebrano
Il resto è un indecenza del tempo
del rimmel sbagliato su visi vecchi di anni
Rimani indeciso se accendere i tuoi sogni
deboli alla scelta
uccisi e torturati dal troppo prenderti sul serio
Non abbiamo più bisogno di principi azzurri
Le nuove signore
voglio principi azzurri psichedelici
qualcosa che non sia una torta dimenticata nel frigo
nemmeno un secondo
nemmeno un tempo migliore
non più ciò che sarà
Un adesso ubriaco che vacilla tra ieri e domani
Siamo favole a cui hanno strappato le ultime pagine
negandoci il “e vissero felici e contenti”
Ci hanno improvvisato fino alla vittoria del cattivo
Senza santi ne dei che salvano
Vogliamo il nostro lieto fine
e non importa se è ad un passo dal bianco delle pagine
troveremo qualcun altro a cui far romanzare le nostre quotidiane noie
Ed ora bacia quel rospo da giardino
e come per una magia ubriaca
come se il destino avesse lo stesso sadismo del tuo non far nulla
ti ritroverai a bere con un principe azzurro psichedelico che ripete: “che ore sono?”
Cara Venere… Io cammino!
Non sono che una parola
una scena che da secoli non veniva rappresentata
Martire dei giorni
solitario nel far luce sugli sguardi
Quanto si vaga per scrutare visi senza facce
Quanto si naviga lungo le scene dei nostri mari che colano da cieli imperfetti
Eppure riappari ripetuta da secoli
Un cerchio della vita che alla fine torna su se stesso
Un offesa e una difesa
una marcia di soldati stanchi
approda finalmente nelle sicure retrovie.
Venere trasforma ed esalta
in cielo maledetta da ogni dissapore
scelta a madre inferma e imprecisa
Venere approda al suo destino
tra strofinacci di una casa infinita
dove milioni di ospiti reclamano a gran voce il loro ultimo pasto
Per la mia devozione ho abbandonato questa mensa caritatevole
Ora cammino ricco e senza affanni
Sorrido a chi ho sempre odiato
Amo chi ho sempre amato
Cammino Venere….
Cammino…
Un viaggio è sempre un ritorno
Se riuscissi a scendere ora da uno di questi sogni di pura luce
farei rumore
ti sveglierei
Corro al battito del tuo cuore
Senza alcuna fretta di immortalare un fiore appassito
Riusciranno le rocce a coltivare giardini segreti
alberi da frutto incoerente
Tutto anticipando le parole che hai pensato
Un orma sul desiderio
frenarla per non torturare i giorni a venire
scendere a patti con la propria pazzia
invitando la logica a crescere i miei figli
Non ho molto in tasca
son rimasto con una forcina e una qualche petalo di rosa
Impresso nel cielo
un altare di fuoco dove celebrare i sogni futuri
Non esistono sogni lontani
Solo Thule da conquistare
Andremo a svegliare il re del mondo
Andremo a fargli vedere
quanto può brillare un sogno
da bambino
Saremo questue al futuro
gigli recisi e pulsanti
Comete di parole che attraversano gli occhi ormai spenti di chi erra nel nulla
“Sei vero”?
E’ tutta una risposta di baci, sangue e nervi
intenzioni incandescenti e parole pesate
spade pronte al duello
tra le intenzioni e guerre per difendere
Scegli il tuo cammino
Hai una vita da poter sorridere
Il treno non ascolta
Ha coraggio da vendere questo serpente deciso
indifferente scorre su una vita che si ammalia
Porta con se carichi di speranze, sogni, pensieri,
amori, dolori e porta anche noi due
Reale e desiderata
Siamo scene mute, guardinghe sulle altrui sconfitte e vittorie
Ma il treno non ascolta
a lui non importa se lei c’è
lui scorre,
porta e avvicina
senza giudicare nessun sogno
Senza ascoltare nessun lamento
E’ un amleto sadico che ci deride
un oceano di aghi da cui attendiamo di scendere
Il treno non ascolta
ma dovrebbe
potrebbe così ritrovarsi il cuore
tra gli ingranaggi senza volontà
E si fa forza con strali di desideri
ti porta lontano…
combatti con le sue indifferenti voci
da corridoi espansi di sguardi in rovina
Un giorno ci sarà anche il tuo sguardo
e mi chiederò
se è un ritorno
ma tanto il treno non ascolta nessuno
Così parlai alla moglie di Enea
Ho attraversato i mari
Ho cercato i tesori di dei dimenticati
Lasciato scorrere il fulmine dalle mie braccia
e corso ingaggiando il vento
Ogni pietra ha cantato il mio nome
mentre raccoglievo i tesori dimenticati da sirene poco scaltre
Ho imparato a farmi Uomo
cesellando l’anima a colpi di tuono
Mi sono piegato alle fonti
della mano di un dio dei boschi
Ho imparato a rendermi ombra e fiume
Sono diventato il meglio che potevo sognare
E tutto questo
per cogliere l’amore che solo un dio
può cogliere in te
Non posso esser meno di una cometa che attraversa universi ancora da scoprire
rubarne i tesori
e portarteli a dono
Ogni fiamma che si erge dall’ira dei miei desideri
E’ un olocausto di vento e parole
Solo un vento può cullarti
Solo un cielo può darti spazio per giocare
Solo un Uomo può sognar di amarti
Scene da un letto
Avvolger con le coperte
i sogni piccoli o grandi che siano,
devastarli fino a renderli luminosi e intensi….
come fuoco che cola sul collo….
senza bruciare ma infiammare le volontà….
un regalo alla notte e una promessa agli occhi….
E’ stata solo colpa tua…
mi hai regalato una scena….
Amo trasformarla in parole e vento….
ma non quello leggero..
quello che scuote…
Tende a buttarti a terra
lavando via i giorni sbagliati
e pulendo le labbra dai baci andati..
Perchè dovresti tornare?
Perchè dovresti tornare?
Perchè renderci più piccoli?
Saremmo solo un vaso messo riparato che non mostreremo mai ad amici e parenti
Siamo stati un capolavoro di poesia
un film di prima entrato nel cult della storia
Inutile provare a bissare il successo
Nessuno ricorda mai il seguito!
Chi non ha potuto vederci
deve accontentarsi delle repliche altrui
una debole e scolorita copia di quel che noi eravamo
Lasciamoci così come attori dopo un successo che scuote gli universi
Dove possiamo dire di aver recitato al meglio
aver dato tutto noi stessi
Ma è giusto fare una sola rappresentazione più o meno lunga
che offrire la noia e l’abitudine al pubblico
Perchè dovresti tornare?
Sarà importante incontrandoci scambiarci ancora un sincero sorriso
invece che offrirci un ricordo di odio dai contorni affilati
Perchè dovresti tornare dove non te ne sei mai andata?
E i bambini giocano a pallone
Il sole si stende su sassi senza colori
mentre i bambini giocano a pallone
E’ un allenamento alla vita
si lanciano le intenzioni
cercando di schivarle per non farsi male
calciano i loro sogni sempre più lontano
Un mondo intero ai propri piedi
una mira perfetta
ingenua
pronta a colpire altrove
Sono sogni senza fretta
tra le pieghe di una maglietta sporca
La preoccupazione di arrivare in ritardo
troppo affannati per rendersi conto
di aver appena calciato tutte le speranze di adulti indecisi
Ma rimane il tempo
Non fermateli!
lasciateli scuotere le vite di chi si addormenta alla gioia
Qualche dio gli ha permesso di giocar con il cielo e la terra
noncuranti di colpire ogni volta le speranze degli sconfitti
Torneranno a casa la sera
sporchi di intense vittorie
lasciando un mondo
solitario
tra i sassi senza colori
Non fermate i bambini quando giocano a pallone….
lasciateli giocare..
Ricorda! Ricordalo…..
Ricorda il tuo sorriso migliore
quello che dovrai alzare come uno scudo
quando il grigio dei giorni
tenta di conquistare i tuoi sogni
Ricorda!
Ciò che eri quando correvi sui prati
quando inventavi i giochi per creare i colori
ricordalo! ricordalo…
Ora!
Fai che scorra nelle tue vene
Diventa cometa e attraversa questo universo buio
Ridere e piangere sono facce di una medaglia
a te la scelta
se fissare una o l’altra parte
ricorda… ricordalo!
Ad ogni bambino è dovuto un giorno di fellicità
un giorno lungo una vita
Stupirlo con sorprese colorate
Guardati in quella foto mai fatta
zucchero filato e palloncino rosso
portala dentro e assaporala
solo tu puoi esserne il protagonista
ricorda! ricordalo….
I colori non spariscono
sbiadiscono quando non sorridi
non farli affondare nella pigrizia
di non voler ricordare
L’ultima scelta
Alla fine dell’umanità tutti scelsero il loro posto… si affannavano tutti a scegliere le cariche di politici, di papa, di cardinale, di capotreno! Ah come litigavano per quelle cariche….. Ma lui attese… il casino cessò e lasciando macerie ognuno aveva la sua bella dose di orgoglio… da una parte i presuntuosi e dall’altra gli schiavi. Sorridendo scelse l’unica carica ancora disponibile…. quella di Dio…
Lei amava lui
Lui amava l’altra
un matrimonio perfetto sarà
Il piedino dell’altra
Lei amerà il cugino dell’altra
La mamma piangerà ora e nei prossimi anni
Passano… giorni
minuti
secondi
Un figlio
Di chi?
E vissero felici e contenti fino a che non si scopriranno tutti i tradimenti
L’orchidea dagli occhi a mandorla
Non resisteva fino alla fine del respiro
doveva viversi più in fretta
correre ovunque per paura di predere un solo secondo ai suoi sogni
Un mezzo sorriso per non perder una lacrima
Un gesto per scivolare su scie di tramonti infiammati
Piace sperare che siano fiamme che bruciano
gli orrori di un altro giorno
La pietà di dio
verso figli che non ama ma non scorda
Così sbocci in un campo di ortiche ed edera
che vogliono abbracci meno dolci
non potresti estirpare i tuoi sogni
non vivresti
Lascia che sia il gelo di uno scherzo
a costruire fossati
gentili dormienti dei giorni
Non aspettano che il tuo sbocciare
alzare al vento i tuoi colori e fissare l’orizzonte
Me ne resterò seduto qui
ad attendere la rinascita
di un orchidea dagli occhi a mandorla
L’occhio di dio
Ed ora che ti ho portato qui in cima?
Su questa torre che è l’occhio di dio
da dove puoi vedere tutti gli universi e tutte le realtà
di cosa sarai curiosa?
Ti perderai nei secoli a spiare la vita
o semplicemente ti volterai
e gaurdandomi mi sacrificherai i tuoi occhi
e le tue labbra per l’eternità?
Sermone a gambe aperte
Lei canta vestita di fiori accesi
quasi che a prender fuoco fossero i suoi desideri
“signore attendo la tua gloria”
e intanto allarga le gambe e alza la gonna
non è assurdo
è la passione dei nuovi martiri
si evira l’intenzione
ma rimane il desiderio
Un sermone a gambe aperte
su uno squalo di ferro che corre
questo è il mio rosario di stamattina
non ho nemmeno un pazzo
da regalare
Dio si è dimenticato di questo treno
Dio ha perso l’ultimo tram
Se questi miei pensieri fossero una corona
sarei un re di enormi deserti rumorosi
dove i djinn compiono le loro colorate malefatte
sono un proverbio che tutti ripetono
ma nessuno mette in pratica
mi rimane la solitudine della saggezza in extremis
mescolo dio con le voci della metropolitana
e vedo che è riuscito a perdere anche l’ultima corsa
non se ne preoccupa
rimane seduto a inviare sms ai suoi angeli
aspettando una risposta che tarda ad arrivare
Dicono che stia succedendo un casino in qualche paese lontano
e il mio egoismo gioisce perchè non mi interessa
verrò travolto dai soliti sdegnati del nulla
Torno sui miei passi e dimentico il mondo
rimango re di ciò che mi pare
e senza sudditi da applaudire nella loro ipocrisia.
Posso decidere?
Bene!
Oggi ho deciso di dimenticarti
lascio dio a mandare i suoi sms
questa sera non voglio nemmeno invitarlo a bere qualcosa…
La parola ai bambini
Ho un desiderio vestito da bambola
posso nasconderci le munizioni
quando non sarò grande potrò dire a papà che non mi hanno presa
Questo è un delitto
il giorno dopo la nascita un lavoro pulito
un giocattolo rotto e una scena violenta
non ho altro da dire vostro onore
sono nata senza genitori
sono orfana degli affetti
sono la catena che chiude le loro solitudini
una scusa per potersi dire ti amo
Non si scomodi vostro onore
non lo fa nemmeno dio
permette io possa morire d’infelicità in una famiglia che mi ama “da morire”
peccato che alla fine rischio io la morte
Non vi scomodate giuria che si sdegna solo quando è tardi
Ho imparato a difendermi da sola…
Spero solo di aver abbastanza proiettili…
Il segreto dei Colori
Bianco porta il vento e le parole urlate
festeggia il mondo in silenzio contro orme insensibili
è tutto il mio tesoro
la mia vena poetica che marcisce dentro boccali di bronzo
Il bianco è la morte della vita
ma sussurra…
Nero è l’inverno dei sentimenti
la scena madre avvolgente e calda
una luce abbagliante
su binari di aceto e sale
Il nero capisce i tuoi movimenti
e li trasforma in pericolosi baci rubati
Azzurro è il contrario dell’esatto
suona nascosto
inveisce come un barbone scontento
Marcia davanti alle intenzioni e porta i pensieri lontani
Giallo è l’ombra
la scure da boscaiolo che spacca i sogni in due
il pino che grida mentre l’uomo lo disegna
il giallo è cattivo
Verde è la donna, la scelta di madre
la fertile megera che invoca la dea Astrea
La signora e puttana
la divina e la sciocca…
la strega perfetta per un altra bevuta
Gli altri colori non esistono…
sono solo incubi del colore nero…..
Dipingo con le parole
Dipingo con le parole
i miei colori son le emozioni
scelgo le tonalità con cui sussurrartele
è tutto un gioco di luci
sparlo in penombra
di un sentimento
grido un offesa
ed è tutto in parole
in lettere che respirano
le invito a colpirti
a scavar dentro al tuo desiderio
ne tiro fuori le maglie
di una rete a cui sei rimasta appena
Sono un giocatore
l’azzardo è la mia puntata
invento parole nuove per svegliare
la tua volontà
portarla e tradirla
suggerire e mentire
fino a farsi male in un lampo
ma di sola realtà
Milioni di tele camminano
ed ad ognuno dono la presunzione
di aver capito….
Rimanendo solitario a dipingere con le parole
tele che guardano stupite
L’anima del mare
Ricordo quei tempi
ferro e latta orgogliosa
era la seconda pelle che mio padre avrebbe voluto
Pizarro costruiva ponti con piccoli pezzi di pane
io sono qui a combattere le giornate felici
Sono l’assassino di Don chisciotte
la tortura di Magellano
La sfida ignorante di Colombo…
Cibata di voi tutti
e ancora mi adorate
Sono il dio perfetto delle vostre speranze
ma non sapete
dei sacrifici che sempre più esigo
Sono l’anima del mare
un filo d’oro che scorre nell’immenso
a catturar voi
che siete cibo per i miei sogni
Lampo Attore
Sono passi incoerenti quelli che scorrono su questa polvere
su un palco stabile senza attori precisi
Un lampo che diventa forma e parole
gesti di un dio di questo recitare frenetico
Scivola ancora lungo i fianchi di un amato versare
coppe e libagioni sempre troppo dolci da poter bere
Amerò questo sogno di prosa
come un vento che trasporta il mio volere a te..
La morte e la moneta
Ho tempo di attenderti
di glorificare una spina
pugnalata al centro dell’attenzione
tutto un cerchio e una storia
tutto un falso ammiccare alla gente
e nel momento esatto in cui si perde
scopri di avere un ultima moneta
una telefonata, un desiderio
non importa come la spenderai
avrai sottili fiamme alle passioni
demoni e angeli con guerre lampo
(finiranno come sempre per amarsi nascosti da dio)
usa bene quell’occasione
non ne avrai mai davvero un altra
poichè il risultato di ogni cosa
porta su una rotta o l’atra
anche la morte a volte si pente
si domanda quante pedine gli restano
prima di avere una pausa
sogna una cadillac senza freni
per sacrificarsi alla fine di uno scoglio
Una moneta e la pausa per la morte
è un altruismo da manicomio
Il sole nero
Essere distratti dal proprio respiro
significa ascoltarsi bene
mentre tutto passa da queste sale vuote
rubando ciò che è ormai un eco e basta
scenografie intolleranti
e un sarto non basterebbe
a rattoppare ciò che il vento ha deciso
scivoli tra le porte
passando da un salone ad un altro
ammirando arazzi
che sono immagini rubate
idolatrate da cani che scorrono su un televisore spento
ed un mare di figli che rimangono a fissar il vuoto
in attesa di un perdono
il sole si alza ancora
non ha vergogna nel farlo
rimane fermo
si scioglie in nulla
ci illude con un colore falso
è nera l’anima dello stige
che sparge sugli uomini
ma comunque
è meglio scaldarsi a questo sole marcio
che perder tempo a parlarne
Echi scaltri
traditore di ogni angolo in penombra di questo tempio che mi ostino a chiamar corpo
sia più dolce prepararsi a una guerra tra pensieri feroci
o semplicemente indovinarsi i minuti di domani…
non saprei dar risposta ma so che non mi pongo al centro del mio sguardo
dovrei sopportare tutte quelle domande che mi continuo a fare
e da cui scappo rispondendo
singole lettere che si stagliano contro un cielo cremisi
che muovo come petali sparsi sull’acqua
giochi di colori iracondi contro questo silenzio che striscia sui muri
tutto assorbe meno luce di un urlo
è uno squalo di ferro che viaggia rombando su un unico grande viale
Sono scene da matrimonio consumato in un fish & chips
con camerieri unti che applaudono all’uscita
Da tutto questo evaderò facendo rumore
rimarrò senza fiato nel momento stesso in cui dovrò venderlo
Echi da parolieri scaltri
echi.. echi…
mai più
Pub in chiusura
Passo dopo passo arriviamo ad amarci sempre meno
dimenticare ciò che siamo preferendo ciò che vorremmo essere
seminando e raccogliendo
rovinando la terra dei nostri pensieri
continuando a sparlare del nostro lato opposto
siamo una piazza di vecchie pettegole
a cui nessuno può dar ragione
Un gesto non può esser del tutto reale se non si ha una coscienza della realtà
delle molteplici folli realtà
Filosofia da bar in penombra
niente di più che un attesa che sappiamo bene non accadrà
Una figura entra dalla porta
ed è tutta una nuova storia
d’amore di guerra e di abbandono..
un pub all’ora di chiusura…
La ragazza con il fiore
Aveva solo un fiore e non avrebbe potuto regalarlo a tutti. Decise di attendere tra la folla che spariva in un mostro di ferro sotterraneo. Era peggio di una circoncisione naturale, una castrazione di valori e fumi di alcool. La ragazza viveva bene, non piangeva nemmeno troppo… Lasciava che lui, il marito pensasse anche per lei.A lei bastava fissare il correre della lavatrice con in mano un fiore, aspettando di regalarlo.
Un giorno tutto morì. Nessuno pensava per lei, avrebbero potuto pensarci prima. L’abbandono di un incubo fino a quel momento trattenuto.
Il fiore appassì e non potè più regalarlo. Senza un pensiero altrui che la facesse vivere e agire non poteva continuare.
Oggi
La ragazza senza più il fiore, ha deciso di trovare nuovi petali per un nuovo fiore. Ha iniziato a far crollare muri di cristallo, immolandosi con schegge per farne petali.
Lei come stelo, fiore donato a se stessa, sacrificando la sua mancanza di coraggio per potersi sentire responsabile di vivere.
Ora lei sorride… è un altra bambola che sorride
Forza! dice la cuoca…
Forza la testa scoppia e la mano insiste, la cuoca urla non lo aveva mai fatto, scende da scale con un certo brio, haingranaggi diversi, rispolverati da polvere di templi. Ora sa amare conosce l’amore, dovrò ucciderla prima di vederla gioire
La strada dei no
Silente passa con una spalla offesa
diventa cenere da spargere sopra le vetrine del centro
inveire contro un muro bianco
è come insultare tutto il mondo conosciuto
numeri tatuati sul lato sinistro del cielo
richiamano rituali meccanici di mantidi asessuate
siamo così pochi in questo mondo
non se ne vedono di machcine lungo questa autostrada obliqua
e camminiamo sotto soli che crollano sfiduciati
Desideri incompresi alla stazione di servizio
sono tende indiane comprate a buon mercato
Si cerca sempre ciò che si ha da tempo
non capendone le istruzioni
ci sono cantieri più in là
possiamo attendere che costruiscano un posto migliore
intanto fermiamoci qui
tu sei tutto ciò che mi è sempre bastato