Il cosmo in scatola

Era imprevedibile saper plasmare
Modellare con i frammenti del mio cosmo liquido
Scegliere le frasi che hanno creato
sistemarle su scatole di ottone e sale
Ho preso il meglio del mio sorriso
dei miei giorni
degli sguardi che mi hanno bruciato l’anima
Degli amori che ho sconfitto
Delle pretese che ho incendiato…
E le ho chiuse in un cosmo in scatola
danzante al centro esatto di questo universo in piena apocalisse
Salvando così
Tutti i frammenti dello specchio
che ho distrutto alla mia nascita…

Il figlio negato

E’ solo un figlio dei ricordi

alza le braccia al cielo

sopra la folla che attende il miracolo

invoca tutto ciò che la mente gli dona

Mentre l’innocenza cola da braccia adulte

diventando sangue nero e solido

Tutto accade in una stanza

in una periferia della decenza

Dove figli improvvisati sono giocano in macelli di vita

Nemmeno il sole e la luna sono innocenti

Hanno atteso guardando lo scempio di quell’infanzia

Impassibili alla tortura di un sorriso tatuato ai bordi delle lacrime

Cosa vestirai da grande?

Adulto con deserti nell’incavo del sogno

Clochard attempato a soli 15 anni

Dove il tempo è un signore che ti avverte della morte

mentre impassibile vorresti tornare in quel letto sporco e occupato

Tutto corre così in fretta quando hai occhi comprati in saldo

diventa tutto così improvviso quando hai come balia un pupazzo senza braccia

E sciami di parole che avresti dovuto vomitare sopra inutili gesti

Ecco ciò che siamo diventati saggi ubriachi che scorrono nelle vene del mondo

insieme ai doni da sacrificare al dio degli uomini

Il vecchio secchio

Il vecchio secchio non tiene più ricordi
salva anime in pensione
chiama amori da una finestra murata
il vecchio è uno strano dubbio
una ruga di coerenza sopra la parola fine
mentre noi vorremmo lottare per un Seguito non presente
gioca poco con i tuoi sofismi
hanno gli anni che ami
gli amori che ti neghi
sono un vecchio con speranze concrete e infantili
dove miro con una fionda le finestre delle tue inibizioni
uno sciocco appuntamento
dimenticato da anni e cancellato dalla coscienza
donati anni più chiari di questi
avremo più spazio per nuovi buchi nel soffitto

Principi Azzurri Psichedelici

Scorre da tubi al neon sotto forma di un soffio

lo hanno dimenticato in una delle tante stazioni della periferia dei libri di favole

Non  esistono più forme attese

Nessuna principessa che abbia la decenza di farsi salvare

Ora indossano divise uguali

sempre più macerate da trucchi e rossetti fosforescenti

Non è poesia quella che cade nel lavandino

è residuo di notti diagonali

hanno certezze ad ogni pasticca che celebrano

Il resto è un indecenza del tempo

del rimmel sbagliato su visi vecchi di anni

Rimani indeciso se accendere i tuoi sogni

deboli alla scelta

uccisi e torturati dal troppo prenderti sul serio

Non abbiamo più bisogno di principi azzurri

Le nuove signore

voglio principi azzurri psichedelici

qualcosa che non sia una torta dimenticata nel frigo

nemmeno un secondo

nemmeno un tempo migliore

non più ciò che sarà

Un adesso ubriaco che vacilla tra ieri e domani

Siamo favole a cui hanno strappato le ultime pagine

negandoci il “e vissero felici e contenti”

Ci hanno improvvisato fino alla vittoria del cattivo

Senza santi ne dei che salvano

Vogliamo il nostro lieto fine

e non importa se è ad un passo dal bianco delle pagine

troveremo qualcun altro a cui far romanzare le nostre quotidiane noie

Ed ora bacia quel rospo da giardino

e come per una magia ubriaca

come se il destino avesse lo stesso sadismo del tuo non far nulla

ti ritroverai a bere con un principe azzurro psichedelico che ripete: “che ore sono?”

Labbra di corallo

Preferisco i tuoi risvegli
alle più belle albe che mi troveranno
preferisco i tuoi sogni
ad ogni notte in cui ho corso negli incubi di dio
non può esistere sole o colore
se tu non sorridi
sarebbe un crimine atroce
gli universi stessi ti cullano
appena prima di morirne tra le tue braccia
scelgo la vita che sgorga dai tuoi occhi
ad ogni compleanno felice
scelgo il tuo esser felice
ad ogni regalo di natale
e quando la terra vorrà esser amata
non vorrò altro che riposare in eterno
sulle tue labbra di corallo bianco

La mantide suonatrice d’arpa

Alza le spade fino al limite del suono

decide le proprie note come fosse un degno suonatore

Signora del non volere

Amante del potrebbe

Una caricatura d’orchestra tra foglie di acciaio sporco

Inizia il suo concerto scuotendo le chiome di leoni di marmo

ritorna sui passi di un motivo affilato

taglia in due le ragioni

spacca le illusioni appena prima di baciarle

Inonda i cieli di soffi colorati

Diventa cielo diventa inferno

Paradisi di stoici avanzano

Non si ferma

danza sulle corde

inneggia celebrando le spine dentro al cuore

deve finire

deve terminare il suo armonico suicidio

Gentile oltre la morte

Lacrimando scene felici

Vortice di sogni dipinti a metà

terminati in note spezzate

E’ un amore di rara bellezza

quando la mantide diventa suonatrice d’arpa

Canti di ieri

Scelsi la via del ritorno

per continuare a inventare piccoli futuri d’avorio

usai posate d’osso per cibarmi delle scelte

poche ma confuse improvvisate a questa vita avara

scemando sull’inizio di un concerto muto

Concerti di insetti irrompono da finestre sprangate

L’unico senso che la notte mi riporti indietro

Un croupier diabolico

ride sputando “rien va plus”

avevo un ultima fish

mai giocata

custodita

incenerita dai tuoi “aspetta”

Credenze di contadini fiduciosi

si intrecciano con i sogni di un piccolo robot abbandonato

è un futuro di nichilismi ottimistici

lavori da eseguire in cori antichi

scivolate sul dorso di questo mondo inondato da parole sempre più spente

Avete salvato solo i cadaveri dei vostri pensieri

lasciando spazio a cimiteri di desideri e intenzioni

Sono solo dinanzi ai templi del mio divenire

Secoli di echi mi accolgono rombando canzoni di oggi

Il coraggio non manca

La fisica dei momenti cambia ad ogni volere

E arrivo ancora una volta senza respiro

al finire del mattino

appena prima dell’alba.

Le intonazioni del vento

E si scoprono le carte

si diventa puro nulla di ieri

ridenti manichini senza espressione

polvere d’oro di giorni a venire

Costruisco minuti in sale di secoli

svuotando ogni coscienza che non sia la mia

Provoco l’egoismo per riconoscerlo contrario

ricevendo libagioni di puro odio altrui

Non sono sicuro di aver buoni occhi per tenere ferme queste catene

che tolgono il fiato a sensazioni color turchese

Colori…colori e ancora colori

che orgiasticamente si versano nel centro stesso del mio adesso

E’ un precipizio su un mare di venti leggeri

dove mi scopro marinaio impossibile

tra le onde di sguardi e sorrisi

Unica orma del mio esser stato

Ora riderai

e ne bacerò i bordi

è una pausa tra le conquiste ad Oriente

Vorticosamente si cade per salire

mentre la morte è una nemica da cullare aspettando si addormenti

Rimango solo

a luci spente

davanti a specchi di persone che non conoscono quanto bruci il loro vivere

Il sole caduto (l’evoluzione all’amore)

Scendi sulla terra

e tocca quel sole che vi è rimasto ferito

Toccalo e brucerai

Viaggia e percuoti i nervi del mondo

fanne musica per monaci silenziosi

Torna e tocca quel sole

brucerà ancora

Scopri le rapide del desiderio

percorri ogni goccia nelle cateratte del cielo

E brucerà ancora

Spargi le tue paure su questo deserto di visi

lascia il passato sopra altari senza fedeli

Innalza il gonfalone sulle rotte di Bisanzio ritrovata

Ascolta e cercati in ogni gesto di sciamani delle steppe

Avrai un corpo nuovo un arco e uno sguardo

Sentirai l’uno nel fondo del mondo

e scoprirai come cantano le stelle dentro allo stagno.

Avrai poche parole

ma ognuna sarà viva e potrai creare i mondi

Solo allora potrai tornare

e raccogliere quel sole caduto sulla terra…

Io sono diverso (manifesto del razzismo logico)

Il sangue non è mai lo stesso

Ne il colore

Ne la composizione

Dio non è mai uguale

Non è da gabbie di limitazioni di pensiero

l’amore non è un bisogno

La mia lingua è più veloce o più lenta della tua

I miei pensieri sono diversi

dai tuoi

Le mie vene dipingono il mio corpo diversamente dal tuo

I miei sogni lo sono

I colori che vedo

La gente che incontro

Le parole che dico

Io sono diverso

Gli incubi sono diversi

molti tu li crei ed io li inghiotto come fiele

Ma anche tu fai parte dei miei incubi

Ci possiamo sfiorare ma alla fine siamo due cose distinte

Possiamo viverci ma siamo lontani

Le mie unghie crescono diversamente dalle tue

Il mio battito non è mai simile al tuo

Non ho radici, poichè non voglio morire in piedi dove sono nato

Nemmeno le rocce rimangono sempre allo stesso posto

E anche qui siamo diversi, tu pensi che non sia giusto cambiare idea

io la cambio

ed ogni volta penso a quel che cambia

Nemmeno il cielo è sempre uguale

E tu vieni a profetizzare un mondo uguale per tutti?

Sei la condanna alla realtà

commettendo il crimine più inutile

Anche nella volontà siamo diversi

Vorresti io fossi diverso

Ma io me ne frego di come sei e ti lascio essere

Principi Azzurri Psichedelici

Scorre da tubi al neon sotto forma di un soffio

lo hanno dimenticato in una delle tante stazioni della periferia dei libri di favole

Non  esistono più forme attese

Nessuna principessa che abbia la decenza di farsi salvare

Ora indossano divise uguali

sempre più macerate da trucchi e rossetti fosforescenti

Non è poesia quella che cade nel lavandino

è residuo di notti diagonali

hanno certezze ad ogni pasticca che celebrano

Il resto è un indecenza del tempo

del rimmel sbagliato su visi vecchi di anni

Rimani indeciso se accendere i tuoi sogni

deboli alla scelta

uccisi e torturati dal troppo prenderti sul serio

Non abbiamo più bisogno di principi azzurri

Le nuove signore

voglio principi azzurri psichedelici

qualcosa che non sia una torta dimenticata nel frigo

nemmeno un secondo

nemmeno un tempo migliore

non più ciò che sarà

Un adesso ubriaco che vacilla tra ieri e domani

Siamo favole a cui hanno strappato le ultime pagine

negandoci il “e vissero felici e contenti”

Ci hanno improvvisato fino alla vittoria del cattivo

Senza santi ne dei che salvano

Vogliamo il nostro lieto fine

e non importa se è ad un passo dal bianco delle pagine

troveremo qualcun altro a cui far romanzare le nostre quotidiane noie

Ed ora bacia quel rospo da giardino

e come per una magia ubriaca

come se il destino avesse lo stesso sadismo del tuo non far nulla

ti ritroverai a bere con un principe azzurro psichedelico che ripete: “che ore sono?”

Cara Venere… Io cammino!

Non sono che una parola

una scena che da secoli non veniva rappresentata

Martire dei giorni

solitario nel far luce sugli sguardi

Quanto si vaga per scrutare visi senza facce

Quanto si naviga lungo le scene dei nostri mari che colano da cieli imperfetti

Eppure riappari ripetuta da secoli

Un cerchio della vita che alla fine torna su se stesso

Un offesa e una difesa

una marcia di soldati stanchi

approda finalmente nelle sicure retrovie.

Venere trasforma ed esalta

in cielo maledetta da ogni dissapore

scelta a madre inferma e imprecisa

Venere approda al suo destino

tra strofinacci di una casa infinita

dove milioni di ospiti reclamano a gran voce il loro ultimo pasto

Per la mia devozione ho abbandonato questa mensa caritatevole

Ora cammino ricco e senza affanni

Sorrido a chi ho sempre odiato

Amo chi ho sempre amato

Cammino Venere….

Cammino…

Un viaggio è sempre un ritorno

Se riuscissi a scendere ora da uno di questi sogni di pura luce

farei rumore

ti sveglierei

Corro al battito del tuo cuore

Senza alcuna fretta di immortalare un fiore appassito

Riusciranno le rocce a coltivare giardini segreti

alberi da frutto incoerente

Tutto anticipando le parole che hai pensato

Un orma sul desiderio

frenarla per non torturare i giorni a venire

scendere a patti con la propria pazzia

invitando la logica a crescere i miei figli

Non ho molto in tasca

son rimasto con una forcina e una qualche petalo di rosa

Impresso nel cielo

un altare di fuoco dove celebrare i sogni futuri

Non esistono sogni lontani

Solo Thule da conquistare

Andremo a svegliare il re del mondo

Andremo a fargli vedere

quanto può brillare un sogno

da bambino

Saremo questue al futuro

gigli recisi e pulsanti

Comete di parole che attraversano gli occhi ormai spenti di chi erra nel nulla

“Sei vero”?

E’ tutta una risposta di baci, sangue e nervi

intenzioni incandescenti e parole pesate

spade pronte al duello

tra le intenzioni e guerre per difendere

Scegli il tuo cammino

Hai una vita da poter sorridere

Il treno non ascolta

Ha coraggio da vendere questo serpente deciso

indifferente scorre su una vita che si ammalia

Porta con se carichi di speranze, sogni, pensieri,

amori, dolori e porta anche noi due

Reale e desiderata

Siamo scene mute, guardinghe sulle altrui sconfitte e vittorie

Ma il treno non ascolta

a lui non importa se lei c’è

lui scorre,

porta e avvicina

senza giudicare nessun sogno

Senza ascoltare nessun lamento

E’ un amleto sadico che ci deride

un oceano di aghi da cui attendiamo di scendere

Il treno non ascolta

ma dovrebbe

potrebbe così ritrovarsi il cuore

tra gli ingranaggi senza volontà

E si fa forza con strali di desideri

ti porta lontano…

combatti con le sue indifferenti voci

da corridoi espansi di sguardi in rovina

Un giorno ci sarà anche il tuo sguardo

e mi chiederò

se è un ritorno

ma tanto il treno non ascolta nessuno

Così parlai alla moglie di Enea

Ho attraversato i mari

Ho cercato i tesori di dei dimenticati

Lasciato scorrere il fulmine dalle mie braccia

e corso ingaggiando il vento

Ogni pietra ha cantato il mio nome

mentre raccoglievo i tesori dimenticati da sirene poco scaltre

Ho imparato a farmi Uomo

cesellando l’anima a colpi di tuono

Mi sono piegato alle fonti

della mano di un dio dei boschi

Ho imparato a rendermi ombra e fiume

Sono diventato il meglio che potevo sognare

E tutto questo

per cogliere l’amore che solo un dio

può cogliere in te

Non posso esser meno di una cometa che attraversa universi ancora da scoprire

rubarne i tesori

e portarteli a dono

Ogni fiamma che si erge dall’ira dei miei desideri

E’ un olocausto di vento e parole

Solo un vento può cullarti

Solo un cielo può darti spazio per giocare

Solo un Uomo può sognar di amarti

Scene da un letto

Avvolger con le coperte

i sogni piccoli o grandi che siano,

devastarli fino a renderli luminosi e intensi….

come fuoco che cola sul collo….

senza bruciare ma infiammare le volontà….

un regalo alla notte e una promessa agli occhi….

E’ stata solo colpa tua…

mi hai regalato una scena….

Amo trasformarla in parole e vento….

ma non quello leggero..

quello che scuote…

Tende a buttarti a terra

lavando via i giorni sbagliati

e pulendo le labbra dai baci andati..

Perchè dovresti tornare?

Perchè dovresti tornare?

Perchè renderci più piccoli?

Saremmo solo un vaso messo riparato che non mostreremo mai ad amici e parenti

Siamo stati un capolavoro di poesia

un film di prima entrato nel cult della storia

Inutile provare a bissare il successo

Nessuno ricorda mai il seguito!

Chi non ha potuto vederci

deve accontentarsi delle repliche altrui

una debole e scolorita copia di quel che noi eravamo

Lasciamoci così come attori dopo un successo che scuote gli universi

Dove possiamo dire di aver recitato al meglio

aver dato tutto noi stessi

Ma è giusto fare una sola rappresentazione più o meno lunga

che offrire la noia e l’abitudine al pubblico

Perchè dovresti tornare?

Sarà importante incontrandoci scambiarci ancora un sincero sorriso

invece che offrirci un ricordo di odio dai contorni affilati

Perchè dovresti tornare dove non te ne sei mai andata?

E i bambini giocano a pallone

Il sole si stende su sassi senza colori

mentre i bambini giocano a pallone

E’ un allenamento alla vita

si lanciano le intenzioni

cercando di schivarle per non farsi male

calciano i loro sogni sempre più lontano

Un mondo intero ai propri piedi

una mira perfetta

ingenua

pronta a colpire altrove

Sono sogni senza fretta

tra le pieghe di una maglietta sporca

La preoccupazione di arrivare in ritardo

troppo affannati per rendersi conto

di aver appena calciato tutte le speranze di adulti indecisi

Ma rimane il tempo

Non fermateli!

lasciateli scuotere le vite di chi si addormenta alla gioia

Qualche dio gli ha permesso di giocar con il cielo e la terra

noncuranti di colpire ogni volta le speranze degli sconfitti

Torneranno a casa la sera

sporchi di intense vittorie

lasciando un mondo

solitario

tra i sassi senza colori

Non fermate i bambini quando giocano a pallone….

lasciateli giocare..

Ricorda! Ricordalo…..

Ricorda il tuo sorriso migliore

quello che dovrai alzare come uno scudo

quando il grigio dei giorni

tenta di conquistare i tuoi sogni

Ricorda!

Ciò che eri quando correvi sui prati

quando inventavi i giochi per creare i colori

ricordalo! ricordalo…

Ora!

Fai che scorra nelle tue vene

Diventa cometa e attraversa questo universo buio

Ridere e piangere sono facce di una medaglia

a te la scelta

se fissare una o l’altra parte

ricorda… ricordalo!

Ad ogni bambino è dovuto un giorno di fellicità

un giorno lungo una vita

Stupirlo con sorprese colorate

Guardati in quella foto mai fatta

zucchero filato e palloncino rosso

portala dentro e assaporala

solo tu puoi esserne il protagonista

ricorda! ricordalo….

I colori non spariscono

sbiadiscono quando non sorridi

non farli affondare nella pigrizia

di non voler ricordare

L’ultima scelta

Alla fine dell’umanità tutti scelsero il loro posto… si affannavano tutti a scegliere le cariche di politici, di papa, di cardinale, di capotreno! Ah come litigavano per quelle cariche….. Ma lui attese… il casino cessò e lasciando macerie ognuno aveva la sua bella dose di orgoglio… da una parte i presuntuosi e dall’altra gli schiavi. Sorridendo scelse l’unica carica ancora disponibile…. quella di Dio…

Lei amava lui

Lui amava l’altra

un matrimonio perfetto sarà

Il piedino dell’altra

Lei amerà il cugino dell’altra

La mamma piangerà ora e nei prossimi anni

Passano… giorni

minuti

secondi

Un figlio

Di chi?

E vissero felici e contenti fino a che non si scopriranno tutti i tradimenti

L’orchidea dagli occhi a mandorla

Non resisteva fino alla fine del respiro

doveva viversi più in fretta

correre ovunque per paura di predere un solo secondo ai suoi sogni

Un mezzo sorriso per non perder una lacrima

Un gesto per scivolare su scie di tramonti infiammati

Piace sperare che siano fiamme che bruciano

gli orrori di un altro giorno

La pietà di dio

verso figli che non ama ma non scorda

Così sbocci in un campo di ortiche ed edera

che vogliono abbracci meno dolci

non potresti estirpare i tuoi sogni

non vivresti

Lascia che sia il gelo di uno scherzo

a costruire fossati

gentili dormienti dei giorni

Non aspettano che il tuo sbocciare

alzare al vento i tuoi colori e fissare l’orizzonte

Me ne resterò seduto qui

ad attendere la rinascita

di un orchidea dagli occhi a mandorla

L’occhio di dio

Ed ora che ti ho portato qui in cima?

Su questa torre che è l’occhio di dio

da dove puoi vedere tutti gli universi e tutte le realtà

di cosa sarai curiosa?

Ti perderai nei secoli a spiare la vita

o semplicemente ti volterai

e gaurdandomi mi sacrificherai i tuoi occhi

e le tue labbra per l’eternità?

Sermone a gambe aperte

Lei canta vestita di fiori accesi

quasi che a prender fuoco fossero i suoi desideri

“signore attendo la tua gloria”

e intanto allarga le gambe e alza la gonna

non è assurdo

è la passione dei nuovi martiri

si evira l’intenzione

ma rimane il desiderio

Un sermone a gambe aperte

su uno squalo di ferro che corre

questo è il mio rosario di stamattina

non ho nemmeno un pazzo

da regalare

Dio si è dimenticato di questo treno

Dio ha perso l’ultimo tram

Se questi miei pensieri fossero una corona

sarei un re di enormi deserti rumorosi

dove i djinn compiono le loro colorate malefatte

sono un proverbio che tutti ripetono

ma nessuno mette in pratica

mi rimane la solitudine della saggezza in extremis

mescolo dio con le voci della metropolitana

e vedo che è riuscito a perdere anche l’ultima corsa

non se ne preoccupa

rimane seduto a inviare sms ai suoi angeli

aspettando una risposta che tarda ad arrivare

Dicono che stia succedendo un casino in qualche paese lontano

e il mio egoismo gioisce perchè non mi interessa

verrò travolto dai soliti sdegnati del nulla

Torno sui miei passi e dimentico il mondo

rimango re di ciò che mi pare

e senza sudditi da applaudire nella loro ipocrisia.

Posso decidere?

Bene!

Oggi ho deciso di dimenticarti

lascio dio a mandare i suoi sms

questa sera non voglio nemmeno invitarlo a bere qualcosa…

La parola ai bambini

Ho un desiderio vestito da bambola

posso nasconderci le munizioni

quando non sarò grande potrò dire a papà che non mi hanno presa

Questo è un delitto

il giorno dopo la nascita un lavoro pulito

un giocattolo rotto e una scena violenta

non ho altro da dire vostro onore

sono nata senza genitori

sono orfana degli affetti

sono la catena che chiude le loro solitudini

una scusa per potersi dire ti amo

Non si scomodi vostro onore

non lo fa nemmeno dio

permette io possa morire d’infelicità in una famiglia che mi ama “da morire”

peccato che alla fine rischio io la morte

Non vi scomodate giuria che si sdegna solo quando è tardi

Ho imparato a difendermi da sola…

Spero solo di aver abbastanza proiettili…

Il segreto dei Colori

Bianco porta il vento e le parole urlate

festeggia il mondo in silenzio contro orme insensibili

è tutto il mio tesoro

la mia vena poetica che marcisce dentro boccali di bronzo

Il bianco è la morte della vita

ma sussurra…

Nero è l’inverno dei sentimenti

la scena madre avvolgente e calda

una luce abbagliante

su binari di aceto e sale

Il nero capisce i tuoi movimenti

e li trasforma in pericolosi baci rubati

Azzurro è il contrario dell’esatto

suona nascosto

inveisce come un barbone scontento

Marcia davanti alle intenzioni e porta i pensieri lontani

Giallo è l’ombra

la scure da boscaiolo che spacca i sogni in due

il pino che grida mentre l’uomo lo disegna

il giallo è cattivo

Verde è la donna, la scelta di madre

la fertile megera che invoca la dea Astrea

La signora e puttana

la divina e la sciocca…

la strega perfetta per un altra bevuta

Gli altri colori non esistono…

sono solo incubi del colore nero…..

Dipingo con le parole

Dipingo con le parole

i miei colori son le emozioni

scelgo le tonalità con cui sussurrartele

è tutto un gioco di luci

sparlo in penombra

di un sentimento

grido un offesa

ed è tutto in parole

in lettere che respirano

le invito a colpirti

a scavar dentro al tuo desiderio

ne tiro fuori le maglie

di una rete a cui sei rimasta appena

Sono un giocatore

l’azzardo è la mia puntata

invento parole nuove per svegliare

la tua volontà

portarla e tradirla

suggerire e mentire

fino a farsi male in un lampo

ma di sola realtà

Milioni di tele camminano

ed ad ognuno dono la presunzione

di aver capito….

Rimanendo solitario a dipingere con le parole

tele che guardano stupite

L’anima del mare

Ricordo quei tempi
ferro e latta orgogliosa
era la seconda pelle che mio padre avrebbe voluto
Pizarro costruiva ponti con piccoli pezzi di pane
io sono qui a combattere le giornate felici
Sono l’assassino di Don chisciotte
la tortura di Magellano
La sfida ignorante di Colombo…
Cibata di voi tutti
e ancora mi adorate
Sono il dio perfetto delle vostre speranze
ma non sapete
dei sacrifici che sempre più esigo
Sono l’anima del mare
un filo d’oro che scorre nell’immenso
a catturar voi
che siete cibo per i miei sogni


Lampo Attore

Sono passi incoerenti quelli che scorrono su questa polvere
su un palco stabile senza attori precisi
Un lampo che diventa forma e parole
gesti di un dio di questo recitare frenetico
Scivola ancora lungo i fianchi di un amato versare
coppe e libagioni sempre troppo dolci da poter bere
Amerò questo sogno di prosa
come un vento che trasporta il mio volere a te..

La morte e la moneta

Ho tempo di attenderti

di glorificare una spina

pugnalata al centro dell’attenzione

tutto un cerchio e una storia

tutto un falso ammiccare alla gente

e nel momento esatto in cui si perde

scopri di avere un ultima moneta

una telefonata, un desiderio

non importa come la spenderai

avrai sottili fiamme alle passioni

demoni e angeli con guerre lampo

(finiranno come sempre per amarsi nascosti da dio)

usa bene quell’occasione

non ne avrai mai davvero un altra

poichè il risultato di ogni cosa

porta su una rotta o l’atra

anche la morte a volte si pente

si domanda quante pedine gli restano

prima di avere una pausa

sogna una cadillac senza freni

per sacrificarsi alla fine di uno scoglio

Una moneta e la pausa per la morte

è un altruismo da manicomio

Il sole nero

Essere distratti dal proprio respiro

significa ascoltarsi bene

mentre tutto passa da queste sale vuote

rubando ciò che è ormai un eco e basta

scenografie intolleranti

e un sarto non basterebbe

a rattoppare ciò che il vento ha deciso

scivoli tra le porte

passando da un salone ad un altro

ammirando arazzi

che sono immagini rubate

idolatrate da cani che scorrono su un televisore spento

ed un mare di figli che rimangono a fissar il vuoto

in attesa di un perdono

il sole si alza ancora

non ha vergogna nel farlo

rimane fermo

si scioglie in nulla

ci illude con un colore falso

è nera l’anima dello stige

che sparge sugli uomini

ma comunque

è meglio scaldarsi a questo sole marcio

che perder tempo a parlarne

Echi scaltri

traditore di ogni angolo in penombra di questo tempio che mi ostino a chiamar corpo

sia più dolce prepararsi a una guerra tra pensieri feroci

o semplicemente indovinarsi i minuti di domani…

non saprei dar risposta ma so che non mi pongo al centro del mio sguardo

dovrei sopportare tutte quelle domande che mi continuo a fare

e da cui scappo rispondendo

singole lettere che si stagliano contro un cielo cremisi

che muovo come petali sparsi sull’acqua

giochi di colori iracondi contro questo silenzio che striscia sui muri

tutto assorbe meno luce di un urlo

è uno squalo di ferro che viaggia rombando su un unico grande viale

Sono scene da matrimonio consumato in un fish & chips

con camerieri unti che applaudono all’uscita

Da tutto questo evaderò facendo rumore

rimarrò senza fiato nel momento stesso in cui dovrò venderlo

Echi da parolieri scaltri

echi.. echi…

mai più

Pub in chiusura

Passo dopo passo arriviamo ad amarci sempre meno

dimenticare ciò che siamo preferendo ciò che vorremmo essere

seminando e raccogliendo

rovinando la terra dei nostri pensieri

continuando a sparlare del nostro lato opposto

siamo una piazza di vecchie pettegole

a cui nessuno può dar ragione

Un gesto non può esser del tutto reale se non si ha una coscienza della realtà

delle molteplici folli realtà

Filosofia da bar in penombra

niente di più che un attesa che sappiamo bene non accadrà

Una figura entra dalla porta

ed è tutta una nuova storia

d’amore di guerra e di abbandono..

un pub all’ora di chiusura…

La ragazza con il fiore

Aveva solo un fiore e non avrebbe potuto regalarlo a tutti. Decise di attendere tra la folla che spariva in un mostro di ferro sotterraneo. Era peggio di una circoncisione naturale, una castrazione di valori e fumi di alcool. La ragazza viveva bene, non piangeva nemmeno troppo… Lasciava che lui, il  marito pensasse anche per lei.A lei bastava fissare il correre della lavatrice con in mano un fiore, aspettando di regalarlo.

Un giorno tutto morì. Nessuno pensava per lei, avrebbero potuto pensarci prima. L’abbandono di un incubo fino a quel momento trattenuto.

Il fiore appassì e non potè più regalarlo. Senza un pensiero altrui che la facesse vivere e agire non poteva continuare.

Oggi

La ragazza senza più il fiore, ha deciso di trovare nuovi petali per un nuovo fiore. Ha iniziato a far crollare muri di cristallo, immolandosi con schegge per farne petali.

Lei come stelo, fiore donato a se stessa, sacrificando la sua mancanza di coraggio per potersi sentire responsabile di vivere.

Ora lei sorride… è un altra bambola che sorride

La strada dei no

Silente passa con una spalla offesa

diventa cenere da spargere sopra le vetrine del centro

inveire contro un muro bianco

è come insultare tutto il mondo conosciuto

numeri tatuati sul lato sinistro del cielo

richiamano rituali meccanici di mantidi asessuate

siamo così pochi in questo mondo

non se ne vedono di machcine lungo questa autostrada obliqua

e camminiamo sotto soli che crollano sfiduciati

Desideri incompresi alla stazione di servizio

sono tende indiane comprate a buon mercato

Si cerca sempre ciò che si ha da tempo

non capendone le istruzioni

ci sono cantieri più in là

possiamo attendere che costruiscano un posto migliore

intanto fermiamoci qui

tu sei tutto ciò che mi è sempre bastato