Probabili ricordi

Pescava nuvole in pozzanghere
altri le storpiano in casa
contenti della pioggia sul letto
abbiamo invitato a pranzo
cannibali di ciò che eravamo
preghiere con vita propria
lontana dal perdono mai cercato
vorrei ma non ricordo
tutte le scene a cui ho firmato la fine
stipate nel cielo delle mie impossibili giornate
perse in un laccio
che stringe le parole
appena prima di perderle

La madonna dei silenzi

La madonna dei silenzi
è uno stupore lasciato cadere
una bocca aperta in fila alle altre
cani devoti in sfarzi minori

E lei passa come se dormisse da sempre
come se sotto la neve ci fosse ancora la terra
vita da scoprire come un tesoro conosciuto
e lasciato partire come sgradevole vessillo

Negli alberi di natale
addobbati a forca e prostitute di ogni genere
illuminati a morte
per chi vede colori stanchi
ritrovo tutti giorni nascosti
torturati nel centro
voluti come un figlio
scelti come un figlio
dimenticati come un figlio…

Ma l’uomo….

….Ma l’uomo è il vero macrocosmo di se stesso, mentre la donna è il suo microcosmo necessario, indispensabile come svegliarsi durante la notte solo per assaggiare la luna… L’uomo è una cane attento a tutti i suoi sensi, un cerbero stanco, una cassetta della posta dove è vietato lasciare indirizzi. Se non avesse labbra non potrebbe aver nessun complice a rivelargli il piacere di un bacio, il dolore di una preghiera…
JB Caria

Da quando mi hanno ordinato di morire…

Non mi sono piu’ svegliato da quando mi hanno ordinato di morire
ma ora che posso alzare la testa… vedere se finalmente se ne sono andati..
So di non esser piu’ sulla mia terra, Non ci sono i limoni che ricordano al sole il suo colore, i miei vulcani e le fiumare, la mia Sila e il mio destino su una donna splendida
Qui non ci sono i bambini che giocano ne i veli bianchi sotto un sole che infiamma le notti.
Sono andati via ma questa non è mai stata la terra dove nacqui, ne mai lo sarà.
Quando mi portarono via non seppero rubarmi i sogni e non mi ordinarono di buttarli, ma sono rimaste le urla e le lacrime, appese a queste mura che si vergognano di esser state erette a difesa di tanta guerra.
Vedo tutti voi che passate e ammirate, siamo in tanti e cerchiamo di raccontarvi le nostre storie, ma siamo una vergogna invisibile sepolta sotto una dignità di carbone.
Sussurriamo al ventre della vostra ragione per raccontare di come siamo morti per esser stati briganti dell’amor della giustizia, di come abbiamo creduto di sognare, invece era solo guerra per questi pazzi inutili corvi. Le nostre vite in cambio di medaglie di latta, ecco la pazzia di chi vede bene.
Vi vedo e vi parliamo, ma non sentite…
Pazienza…
Continueremo a farlo… fino a che non urleremo abbastanza forte da farvi battere il cuore….

Dedicato alla calce viva di Fenestrelle

Sfruttamento della curiosità

Sono solo in un attesa annunciata, nulla di grave.
Speravo che diventasse cieco anche quest’ultimo raggio di sole e non mi svegliasse senza motivi apparenti. Invece eccomi qui, incapace di riprendere sonno, lasciato sul più bello mentre mi rendevo conto di esser dentro un sogno. Inaccettabile.
Con chi dovrei prendermela? Con la vicina di casa che mette a stendere gatti immaginari? Con il signore del terzo piano che dipinge strofe su manici di stoviglie?
No è un mondo abbastanza bislacco per evitare con cura di esserne parte, ed ora anche la porta di casa si mette a urlare che dietro di lei c’è qualcuno che ascolta.
Possibile che nella mia casa, non ci sia modo di avere un attimo di pace e privacy? Tra porte, finestre, oggetti e fantasmi qui si vive come sfollati, peggio che un sabato pomeriggio al duomo di milano. Tante cose inutili che si aggregano per fare presenza!

Mi avvicino alla porta, piano, facendo segno ad ogni singolo oggetto della stanza di non fiatare (ecco che il televisore trattiene il fiato ma si lascia scappare una pubblicità).
Malgrado questo qualcuno è ancora dietro alla porta, in ascolto, cercando di captare segnali alieni, quel tipo di persone che ad un primo contatto con popoli di altri mondi chiederebbero: “sei su facebook?”, gente da obliterare insomma, biglietti scaduti del treno della vita.
<Mi domando cosa vi sia da ascoltare> sussurro vicino alla porta
<Si sbaglia io non ascolto> mi risponde una voce nasale
<Capisco, quindi lei non mi ha sentito> incalzo
<Certo che no, cosa dovrei sentire?> sempre la pacifica voce nasale
<E’ palese che lei mi sta prendendo in giro> il mio tono cambia
<No, perchè dovrei?> sempre senza tono dice la voce.

Apro la porta di scatto e… non c’è nessuno!
Cerco nel corridoio ma nulla.. solo un abisso d’alveare. Intontito chiudo la porta e subito: <Poteva avvertirmi che apriva la porta mi sarei spostato>.
A questo punto ero sicuro di dormire ancora e sognare una realtà quasi perfetta.
<Mi faccia capire…> domando incuriosito.
<Non c’è nulla da capire… se non cosa sono io> disse la voce
<Di grazia…. cosa è lei?> A questo punto il dialogo stava stufando anche me oltre che al lettore.
<Sono la curiosità, tutti i suoi inquilini si domandano cosa lei combini in casa e che vita faccia, quindi mi hanno incaricato di restare appiccicata alla sua porta e riferire se accade qualcosa di interessante.>
<Perfetto, ciò che mancava all’appello della stramberia, si metta comoda e faccia il suo lavoro…>
<Grazie!>
Me ne andai senza indugiare in spiegazioni o assurde invettive, la curiosità malata di un condominio è un golia invincibile, non importa che quanto accade sia la verità o no, importa che si possa ricamare una crociata senza tempo. Serve a vivere.
Ma una cosa mi infastidì veramente e lo dissi:
<Senta se sta li dovrò occuparmi di lei, quindi le dico gli orari, qui si mangia quando si ha voglia e visto che è l’ultima arrivata dormirà insieme alla maniglia (e stia attenta che picchia nel sonno), non intendo sfamare altri oggetti inutili. Quindi se vuole sopravvivere dovrà farsi pagare dai suoi clienti, chiaro?>
Silenzio
Da quel momento non sentii mai più la curiosità, era sparita senza nemmeno salutare, maleducata e inopportuna. Qualche tempo dopo venni a sapere che alcuni condomini erano stati indagati per sfruttamento della curiosità e rischiavano di dover pagare multe salatissime.
<Mica stupida> pensai, quando le dissi che non intendevo mantenerla si era rivoltata verso chi l’aveva ingaggiata.
Da quel giorno i condomini mi evitavano come la peste, buona cosa perchè io gli lasciavo sempre un sasso davanti alla porta ogni volta che uscivo…

Ripetimi il tuo nome

Ripetimi il tuo nome
dichiaralo
sussurralo come se ti appartenesse
vestitene
come se fosse unico
scandiscine le curve
fino a farne un concerto del tuo essere
amerò vederti assisa al tuo nome
poco prima di chiuder gli occhi
e sognar chi tu sia ancora
nata mai prima d’ora

I Trasumani (eutanasia estatica)

Eutanasia estatica

Si premono le tempie attorno ai pensieri e più questi diventano saturi di risposte, più non soddisfano gli insulti che ci concediamo per placare la coscienza.
Il suicida sfugge dal suo dolore ricercando la morte, ma è un salto nel vuoto, non sapendo cosa vi sia, sperando vi sia una soluzione all’insormontabile dolore attuale. Sadico l’intento di ritrovare tutto il peso degli errori anche dopo l’estremo atto? Niente di più facile, l’essere umano è abitudine e respiro della sua malevolenza. Il suicida non è un codardo è qualcuno che trascende la sua stessa disperazione, rivolta il suo annichilire i giorni e tutti i futuri possibili, il suicida è presuntuoso, pensando di aver provato e aver vissuto ogni cosa, senza possibilità vi sia qualcosa di meglio della sua disperazione.
Ed era questo che stava succedendo ai suoi figli, suicidi senza voler morire, ma fermamente convinti a non voler vivere.
Era un dilemma imbalsamato, degno di esser sepolto in millenarie tombe, per poi farlo ritrovare da archeologi concettuali in un lontano e impervio futuro.
< Ti sembra giusto crescere e limitare i nostri slanci? Poter limitare l’aria e nasconderci al blu del cielo dentro quattro mura? No padre, noi scegliamo l’eutanasia, il morire secondo i canoni imposti dalle “regole comuni”, l’eutanasia estatica per non esser colpevoli verso i nostri poteri, le qualità, i nostri sogni. Quale futuro può avere una genere umano che castra la sua potenzialità? No padre, noi da oggi non esistiamo più. Siamo morti per tutto il genere umano costituito, un genere che non ha più il diritto di farsi chiamare umano, poichè la compassione verso il prossimo è sprecata, poichè dovrebbero risolverla verso di loro. Da oggi noi siamo i trasumani.>
Il padre si accorse solo in quel momento del suo errore, non aver generato figli, ma cavie di se stesse. Cavie protese verso l’assoluto di se stessi, no ndisse nulla e se ne andò a cercare di capire il suo dolore.

La benedizione del colpevole

Vostro onore, lei è troppo ambiguo per rendersi conto che io sono colpevole.
Può una mente perversa sentirsi così lontano dal delitto da poterne dedicare una colpa? Non credo.
La natura della benedizione è forte quanto la purezza di chi la invoca, lei è capace di tanto?
Non credo.
Quindi l’unica cosa di cui verrò punito è inventare scoiattoli multicolore, case fatte a pezzi dai colori, finali egoisticamente felici.
Ma sappiamo bene che la colpa si distingue dal boia, solo nel senno di poi, per questo io la benedico, non per la mia purezza, non creda, io al massimo sono solo cosciente, ed è già molto più che vivere.
La benedico affinchè possa esserle insopportabile essere felice per un attimo, per il resto della sua vita tenterà di ritrovare quella sensazione, ma sarà troppo legato al suo essere così “giudice” per poterli ritrovare.
Signor giudice, addio

Ambienti socchiusi

Come un sogno albino
trovava spunto da ogni respiro
sbattendo ali di marzapane
contro un muro di luce in piena
favole e ancora favole
per un tortuoso filare
per una vite accovacciata al grembo
di quel che un tempo era sua madre

Ora pochi stracci
ne ricordano la vita
il giorno appeso al calendario
lungo un intero anno
un intero foglio di carbone
per non sporacrsi mai più
di una possibilità sprecata

Caino Sognava solo il martedì

Pazienza…
Ecco cosa ci vuole per dimenticare di aver speso una parola in più, significare e non disertare, bastava solo questo.
Per ogni motivo valido cinque storie dementi affioravano al capezzale della ragione e senza spese aggiuntive.
Era quello il ponte ideale per fargli passare anche quel giorno, quella metamorfosi di secondi di una vita, 24 ore di spazio infinito, diverso, mai uguale, improponibile alla paura umana di avere delle certezze.
Come ogni giorno apriva gli occhi, faceva la doccia, cantava una canzone e sorrideva a se stesso nello specchio, questo gli permetteva di evitare di farlo con lo sciame che fuoriusciva da case anonime, torri di scartoffie da conservare e maledire, bollette per il tempo vissuto… Come diavolo fanno a perpetuarsi? Ad avere il coraggio di procreare cloni di se stessi per limitarne lo slancio? Maldestri genetisti.
Era martedì e quindi poteva permettersi di sognare, avanzare nella realtà più leggera e assecondare ciò che capitava, sognare per distinguersi da chi è ammalato di sogni
Caino era ancora un giorno vivo, ma quel giorno poteva sognare, ed era tutto quello che si potva ancora raccattare dove il tempo viene speso ad aver paura dei sogni. Forse aver ucciso il fratello buono è stato un bene, pensava, forse avrebbe dovuto uccidere ogni essere buono sulla terra, poichè c’è molto più dolore e coraggio nel credere a ciò che si vede dentro se stessi invece di sognare un perfetto mondo di bugie.

Ecco perchè Caino sogna solo di martedì, gli altri giorni, servono per uccidere ogni ipocrita bugia.

Da: “Il manuale del dolore” Caria G.B.

 

da Racconti per non farsi vedere

I morti le parlavano da una vecchia lavanderia, quando erano in vita lasciavano gonne, camice, pantaloni e altro, dimenticandone il ritiro. Lei collezionava gli scontrini.. teneva d’occhio gli annunci mortuari e appena un nome appariva lei andava a ritirare il capo dimenticato… Casa sua era un cimitero di dimenticanze e le ultime vere eredità della gente invisibile
G. Caria

La paura delle favole

L’uomo azzurro
cammina per far stancare la morte
nelle segrete dove il pittore
maledetto ama e dipinge
La donna trasuda fango
Sono i peccati di un inverno
dove la passione vince
sui dormienti che sognano

La vecchia innaffiava bambini
li curava con la sua morte
gli occhi neri di un giglio
cibando con pezzi di se
Era l’inferno della dolcezza
e i suoi figli tornavano a vivere
tra le carezze del giardino

Torna dai campi grigi
dove ogni spiga è in croce
la donna che aveva solo gli occhi
si strappava i ricordi dal cuore
li seminava nel vento
cantando una ninna nanna
senza bambini

Ed ora dormi
e portati nei sogni
la paura delle favole
dove cacciatori di preghiere
immolano le speranze
di inutili foglie d’oro

Semina Apparente

Come cambia la giustizia delle apparenze
ci si confina nel farsi vedere
mille campi sotto un sole di pareri
crescono senzienti della loro schiavitù
Liberi di apparire come altri vogliono
è la sola libertà che in molti subiscono insieme al tempo
portandosi un biglietto
per un paradiso di apparenti suicidi
portatemi un fiore che non fiorisca per farsi ammirare
ed io vi annegherò lo sguardo
usando un bisturi di fumo
per recider le catene
che seminano campi di bugie

Sogni in Lista

Il sogno migliore
che posso avere senza la furia
sarà coltivare un campo sterminato
di fiori invisibili
portarvi milioni di bambini
ed ognuno potrà prendersi cura di un fiore
dargli il colore
il nome, il canto e il sorriso…
fino ad imparare
di esser diventati adulti
ma con la stessa magia
del proprio vivere

Non seppellite le stelle

Perchè vi ostinate a seppellire le stelle?
non fatelo
Non lasciatele a marcire in tombe solitarie
fatele tornare al cielo dal quale sono cadute
non imprigionate il corpo sotto le lapidi
lasciate che le stelle tornino nell’infinito
lasciate che ogni molecola
torni a concimare le speranze di una nascita
non voglio il mio corpo inutile
lo voglio spezzato in miliardi di possibilità
esser fiume e albero
respiro e diniego..
solo lasciando le stelle al cielo
potrete capire cosa significa vivere..

Saltarello

E i filari del sentimento
sfoggiavano la bruma come balene spiaggiate
Ipocondrie assurde
malefatte perdonate
mentre l’orchestra disperdeva
gli ultimi superstiti del ricordo
pazzi infetti
sciamano come affamati di domani
portando l’oggi in tasca
freddo e nient’altro
rimane sulle senzienti labbra
di un vento
ormai troppo lontano

Navigare nel mai

Quanto cercare 
fino a trovar un ipocrita vela
per salpar altrove
dove si possa ancor pensare
di non dover nascondere il viso
poiché troppo dubbioso

E’ un dolore all’angolo
possedere un secchio d’argilla
senza fantasia
per trasformar l’oro in cenere
dove si pensava verità