Tre rintocchi di laudano

Tre rintocchi di Laudano
per un ora asfissiante
alchimie asfissianti
superficiali
tramutar l’oro in carne
è compito del genio
adornarsi di nastri alle corna
e incensarsi di vino rosso
…ci incute ancora timore
Sono tutte risposte
che troviamo nello scantinato cosciente
della sconosciuta che vorrebbe scriverci addosso

La profezia di Calpurnia

Gentes da carnaio
pochi i lupi ancora vivi
Solo pecore sicure di se stesse
Al colosseo delle speranze!
Presto!
Dove ogni cibo prega con gentilezza
Sono preghiere onomatopeiche
di leoni in controluce

Parole migliori per indigestioni animali
E’ lo stupro dei timpani
eseguito ad arte convessa
dai masochisti dell’esprimersi
Aureo vitello
diviso tra briganti innocenti
avrai il tuo pasto
quando non sentirai fame
Le profezie ardono
con un odore di smalto verde
Il latte sgorgherà marcio
da lacrime in offerta speciale
Non vedremo nessun giorno
Ma lunghe e stellate corti di fieno
Dove come bambini a natale
Scarteremo le stelle
per saper cosa hanno dentro
Gli abissi saranno così ovvi
che vi faremo volare i nostri aquiloni
quando venti di giudizi
porteranno buone notizie
Ed ora matron si dividono
in madri e soggetti a rischio
Archeologia dei buoni propositi
dove non troveremo eroi da misurare
solo gesti pacati
per fare del nobile rumore
Infine
la tentazioni avranno vita propria
Fino a discendere l’Averno
per contare le nostre buone intenzioni

Smemorata senza veli

Perfetta la forma
immortalata in desideri di catrame
si scioglie le dita per poter sedurre il tempo
come venere di melassa

si siede accanto alla vittima
intonando un cilicio di speranze
E’ solo confusione mortale
di una smemorata senza veli

Cibo spontaneo

Ad ogni minuto
il cibo si offre svogliato
dalle gallerie illuminate
vermi di ferro giganti

Arrivano scuotendo i cieli
Mentre in attesa ai lati
il cibo aspetta di esser ingoiato
Nessuno indenne
Ne uomo, ne donna, ne figlio
Anche gli oggetti attendono
Solo la paura si è data malata
Il verme si ferma digrignando la fame
e lento si ciba aprendosi
Attende che lo stomaco sia ricco di pensieri
e muore senza attesa
Giona nella balena e cassandra senza voce
Nessuna differenza
E’ la simmetria del coraggio
Solo più tardi resusciteranno con la stessa apatia

E il verme riprende la marcia
imprecando contro dei della terra
Fermandosi ancora cento volte
e lasciando il suo cibo scappare cosciente
Fino a consumarsi le maledizioni
in un sacro bacio di fango

8 scatti per otto gocce di assenzio

Un primo per vedere
Da sotto il mare
Il secondo per aprire
I passi dal cuore alle mani
Il terzo diventa una bandiera
Su cui graffiare le falene
Il quarto è una prua
Ferma contro le stelle …
Il quinto non risponde
Deve per forza sognare
Il sesto colora le vedove
Colora in punta delle dita
Il settimo chiama senza urlare
Rapisce farfalle
L’ottavo attende ed è tutta incoerenza ..

DeBestializzazione

 

Tasche colme di biglietti lupo
evasione disincantata da occhi chiusi
Come particelle di ferro morbido
senza approdi sicuri
se non la propria divintà
Identità al gusto di miele
vele alte e strappate per non ricucire il passato
identità dal gusto di una scommessa
nascosta nei pugni
come nelle scarpe
Ogni colore ed ogni sapore
diverso da quello che abbiamo dipinto
sui muri di questa prigione di carne
che ci nega la forma più espansa
di un ridere sordo
Aste di confine
e limiti di madreperla
da spezzare come cervi all’assalto
in foreste di latta sporca
qui ricicliamo i sogni
e ne facciamo scarpe nuove
fino a quando non potremo far a meno
delle nostre identità
a pareggiar la follia