Nuvole Blu

Porgersi e non negarsi
sull’ultima nota di un violino trovato per caso
armi indecise che vincono incertezze
sadici perchè no
non dobbiamo colorare monti
solo oceani d’infinita opacità splendente
Morranno anche loro
lungo i ricordi e le stagioni
cercando disperatamente un modo
per non morir di quel dolore
che altri chiamano
“scordare”

Suicidio al contrario

Annegarsi saltando verso il cielo
è la colpa delle vaste inutili prudenze
passi pesanti per avvicinarsi silenziosi a spiare la paura
Non più idoli di cristallo
ma famelici vermi grigi
colorano di fumo le spine
con cui ami adornarti i fianchi
Siediti e non cercar di toccare le nuvole
scenderanno loro quando vorranno morire di fame
sulle tue labbra color ricordo
Ed ora continua pure a suicidarti
annegando cercando di toccare il cielo
schiava della tua paura
sottomessa alla tua vergine maturità
aspettando di vedere il tuo sangue
scappare via dal tuo cuore
per timore di rimanere senza baci

Riverisco e me ne vado

Riverisco e me ne vado
contorcendo la furia di tutti i miei sapori
il mio mazzo di carte senza regine
con assi taglienti come carezze
Poveri spettatori che attendete l’inizio
non vi sarà spettacolo
se non in un domani senza incontri
ognuno nel suo roseto
a colorar attese suicide
Giardinieri di un palco enorme
seminando parole
sperando salgano alla mente
e vengano finalmente capite
da tutta quella gente
che non sa far altro che esser presente
per poter dire io c’ero
per poter vantarsi di aver vissuto
Ma non basta
tutto ciò che non mi hai dato
non basta ancora
colmare oceani con cucchiai di carta
è inutile
quanto aspettar giustizia
da te

Navi d’acqua

Non si sentono gli ultimi ordini
e si fa come si è sognato
aprite le finestre che entri la notte
e che velluto caldo riempia gli angoli
che non abbiamo mai spolverato
Questa è pietra
fredda per i nostri sogni
per le nostre deliranti attese
davanti alla porta di casa
Mentre tutto il vociare si trasforma in strade senza uscita
e noi come navi d’acqua
attraversiamo deserti di indifferenza
fino a perder tutto
per aver spiegato le vele

Danza ovunque

Danza fino a scoppiare
in quel silenzio che si nasconde
danza sulle vele dei condannati
e sii ombra e voce delle carezze
Corri e sposta il mondo
vicino a quel sole azzurro
che domani dipingeremo sulle nostre tende
Siamo in cima al nulla
come sotto la voce
per una scia di mosche di ferro
che si posano sulla gentile
voglia di portare

La Luce nel cassetto

Ci prova con più attenzione
manovrando leve e torce spente
sulle paludi di un tormento
sulle banali eruzioni di un vulcano solo
Macerie come vento e voci
desolati frammenti di un bar all’aperto
provocante attesa
minor sospetto
Per non immolarsi
alla luce nel cassetto

Aspetta e non pregare

Aspetta e non pregare
sulle gambe del tavolo
che cadono lasciando appese le paure
sul vertice di un termine
in attesa del fulmine che ne darà vita
ossa come burro
miliardi di prove fallite
è solo un trucco
non era il peccato originale
non basterà il battesimo
a liberar i demoni
di un futuro
santificato tra un bicchiere e una scopata
Come sempre ti troveremo sotto il tavolo
a fissare un cielo di legno scuro
contento che il tuo dito possa toccarlo
Aspetta e non pregare
chiedi forte ciò che desideri
e aggiusta la tua macchina dei miracoli
come riparar un rubinetto

La portatrice di Lacrime

Ogni giorno a riempir emozioni
con lacrime d’avorio
caricarle sulle perle delle mie ali
fino a posarmi sulle spalle di chi vende innocenza
Piangi ora e non aspettare
domani avremo maggiori dubbi
più forti come spighe di ferro
luminosi campi di tempo e parole

E ancora si parte
si riempiono le ali
e ricomincia la scelta del prossimo tuo
un abbraccio senza sollievo
qui si piange fino ad annegare il sole
che invano tenta di cucire
gli strappi del vuoto

Inconsueto

Gira senza senno

sulle gambe di spirali che riposano

letti in fiamme di cobalto

che generano come mai l’attesa

E’ per questo che sono qui

per rendermi inconsueto al mattino

e stanco la notte

per dirti un altra bugia

Scrivete

Scrivete storie

scrivete poesie

scrivete incunaboli dove descrivete ogni passaggio d’ali

che siano parole senza fine

lascive fino a perdersi nel fulcro della vostra mano

matematica stupida

per concetti geniali

piccoli pezzi di cielo

che si vendono nei bar di ogni stazione

Scrivete di voi

Scrivete di noi e del nostro bacio

Scrivete delle poche vittorie che ogni giorno fate

e non sapete

Scrivete di quanto siete sacri e di quanto diabolici

intimorite la voce e lavate gli occhi

prima di vedere dove sparire

Scrivete!

Scrivete…

E dimenticate di averlo scritto

Battuta di caccia

Lascio che il punto si allunghi fino al dito

si diverta a premere la forza che lo ha visto crescere

divenire liquido e sparire dietro una stele su cui scriveremo qualcosa

meno diverso da ciò che altri vogliono

Scena di caccia senza i cacciatori

solo le prede che si rincorrono sbadigliando

tremando

senza sapere che è un trittico di vittime

nient’altro

E miriadi di spettatori

spiano da fuori il quadro

senza rete da cui gettare i rifiuti

di tutto l’amore che butteranno via

Vetro e Vento

Esser di vetro e vento
malleabile al passaggio di un fiume dentro le vene
assistere ai pescatori di follia
che gettano reti nel bosco del passato
fino a crollare su spiagge nere di ebano
Sono fili d’Arianna
spezzati dal tramonto
dalle falene di carta che bruciano
alla luce della luna
alle favole antiche che si sporgono dai pozzi
fino ai confini di un immaturo sogno
che altri chiamano
arrivederci

Ascoltate

Ascoltate la verità dei nascosti passi

su altopiani di scale incastrate per non cadere

eterni abbracci che si ascoltano

Ascoltate il sangue che pulsa sotto la plastica

Ascoltate la gente

anche gli stupidi

poichè oguno ha due occhi da raccontate

Ascoltate gli altri padri e le altre madri

non ascoltate le paure che vi portano doni

avrete pregato inutilmente la piccola debole fiamma che vi sorregge

Ascoltate il rumore

e scoprite il silenzio in esso

la soffice fortuna del mondo che resta muto

di fronte alla follia di un urlo

Ascoltate!

Ascoltate…

Prima che il silenzio

sia tale

da non poter più parlare

Leggete

Leggete le parole sui cartelli delle strade
le lettere di fogli strappati ai bordi di ogni dove
leggete il vento e le scie del tempo
leggete libri che nessuno vi ha mai voluto offrire
cercate tra la polvere le pagine che raccontano di voi
leggete le favole ai figli
e ditegli che potrebbe esser vero
se solo non si dimentica di sognare
Leggete le rughe di chi vi ama
ognuna racconta una morte annunciata
Leggete e capite la vita
e scrivete le vostre pagine
invece che lasciar ad altri
scriverne la parola fine

Lo specchio e il vento

Mentre i ricordi camminano sul piano polveroso
ti specchi con la vita a brandelli
cercando di scorgere gli sguardi dietro
le follie di una maschera azteca
balzano al tempo come cavallette di fango
mentre le tue mani cercano di arginare
le onde del passaggio di tutti gli amori che hai fatto subire
le sensazioni che il tuo corpo ha dipinto
non sono altro che relitti portati dal vento
minuscoli attimi di seduzione che altri respireranno
non sapendo che ti hanno amato

Il cielo sotto

Non ci sono strade da percorrere
non si limita la libertà di andare ovunque
non ci sono percorsi a fatica
non ci sono movimenti meccanici

Ci sono invece pistole ad acqua
con cui uccidere bolle di sapone
cappelli a vapore da sfoggiare come trofei
su piste di ghiaccio sottili
fino a romperle
e scoprire che il cielo
è sotto i nostri piedi

Il Fiume

Ricordo di esserci nato
mentre il boato dell’acqua ricopriva gli occhi
La provocante voracità del dilemma
e la solitudine di un numero felice
Sono dispersioni del convivio
che si erge sotto muri d’acqua
dove tutto in una volta
riempie gli spazi
Acqua come aria
e nessun vuoto nel mezzo

Lancio imperfetto

Si spazzano via le pietre dell’anima per delimitare il fuoco delle passioni e dei giorni affannati, il silenzio è l’attesa di una parola, di una spiegazione… di una forma di messaggi in bottiglia pronti a esser lanciati contro muri liquidi..

Osservanza

La mortalità dello scompiglio
come una rondine distaccata
scendere in picchiata sulla prima pioggia
la maledizione di mille aghi di miele
che corrono sulla scia del ricordo
portando acqua nuova
alle fonti di un possibile giorno fortuito
scuola senza porte
per studenti senza bisogno di conoscere

Tempi aritmici

Hai tempo?
Tutti quegli istanti che colmo con i miei gesti
con le parole che passano
come api indifferenti
verso soli eunuchi
il tempo è la molteplice morte
di una sola azione
la rendiamo vicina al volere
dimenticando di baciare
ogni altra ombra

Lati in disaccordo

Nel quadro del mio ricordo
nascondo ammassando i giorni
incastrandoli alle pareti del pavimento
come fossero librerie di suoni da sfogliare
la cerchia dei venti
che si informano sulle paure leggibili
diventano pratiche da firmare
per avvocati scaltri
ed ecco tutto perfettamente in ordine
sulla linea del sospetto
che lascia al centro
l’unica via di fuga
dalle perfezione del disordine

La fine del disegno

Strappare la sensazione di viversi accanto
la formalità del tempo che diviene miele
tra fogli da colorare partendo dal fondo
artefici del volontario battito del profondo
che non ci incute a vincere la fantasia
E ancora lampi di foglie sull’orizzonte che si spegne
sono echi di pioggia d’inchiostro che rivendica la storia
dei nostri delicati momenti
che ancora non abbiamo osato sognare
Laddove solo il labbro
si ferma a testimone di un gesto
come le follie che si incastrano sullo specchio dei perchè
abilmente travestiti da mercanti senza affari
ed ecco che si pensano
appena prima di baciarsi