Porgersi e non negarsi
sull’ultima nota di un violino trovato per caso
armi indecise che vincono incertezze
sadici perchè no
non dobbiamo colorare monti
solo oceani d’infinita opacità splendente
Morranno anche loro
lungo i ricordi e le stagioni
cercando disperatamente un modo
per non morir di quel dolore
che altri chiamano
“scordare”
Month luglio 2012
Suicidio al contrario
Annegarsi saltando verso il cielo
è la colpa delle vaste inutili prudenze
passi pesanti per avvicinarsi silenziosi a spiare la paura
Non più idoli di cristallo
ma famelici vermi grigi
colorano di fumo le spine
con cui ami adornarti i fianchi
Siediti e non cercar di toccare le nuvole
scenderanno loro quando vorranno morire di fame
sulle tue labbra color ricordo
Ed ora continua pure a suicidarti
annegando cercando di toccare il cielo
schiava della tua paura
sottomessa alla tua vergine maturità
aspettando di vedere il tuo sangue
scappare via dal tuo cuore
per timore di rimanere senza baci
Riverisco e me ne vado
Riverisco e me ne vado
contorcendo la furia di tutti i miei sapori
il mio mazzo di carte senza regine
con assi taglienti come carezze
Poveri spettatori che attendete l’inizio
non vi sarà spettacolo
se non in un domani senza incontri
ognuno nel suo roseto
a colorar attese suicide
Giardinieri di un palco enorme
seminando parole
sperando salgano alla mente
e vengano finalmente capite
da tutta quella gente
che non sa far altro che esser presente
per poter dire io c’ero
per poter vantarsi di aver vissuto
Ma non basta
tutto ciò che non mi hai dato
non basta ancora
colmare oceani con cucchiai di carta
è inutile
quanto aspettar giustizia
da te
Navi d’acqua
Non si sentono gli ultimi ordini
e si fa come si è sognato
aprite le finestre che entri la notte
e che velluto caldo riempia gli angoli
che non abbiamo mai spolverato
Questa è pietra
fredda per i nostri sogni
per le nostre deliranti attese
davanti alla porta di casa
Mentre tutto il vociare si trasforma in strade senza uscita
e noi come navi d’acqua
attraversiamo deserti di indifferenza
fino a perder tutto
per aver spiegato le vele
Danza ovunque
Danza fino a scoppiare
in quel silenzio che si nasconde
danza sulle vele dei condannati
e sii ombra e voce delle carezze
Corri e sposta il mondo
vicino a quel sole azzurro
che domani dipingeremo sulle nostre tende
Siamo in cima al nulla
come sotto la voce
per una scia di mosche di ferro
che si posano sulla gentile
voglia di portare
La Luce nel cassetto
Ci prova con più attenzione
manovrando leve e torce spente
sulle paludi di un tormento
sulle banali eruzioni di un vulcano solo
Macerie come vento e voci
desolati frammenti di un bar all’aperto
provocante attesa
minor sospetto
Per non immolarsi
alla luce nel cassetto
Aspetta e non pregare
Aspetta e non pregare
sulle gambe del tavolo
che cadono lasciando appese le paure
sul vertice di un termine
in attesa del fulmine che ne darà vita
ossa come burro
miliardi di prove fallite
è solo un trucco
non era il peccato originale
non basterà il battesimo
a liberar i demoni
di un futuro
santificato tra un bicchiere e una scopata
Come sempre ti troveremo sotto il tavolo
a fissare un cielo di legno scuro
contento che il tuo dito possa toccarlo
Aspetta e non pregare
chiedi forte ciò che desideri
e aggiusta la tua macchina dei miracoli
come riparar un rubinetto
La portatrice di Lacrime
Ogni giorno a riempir emozioni
con lacrime d’avorio
caricarle sulle perle delle mie ali
fino a posarmi sulle spalle di chi vende innocenza
Piangi ora e non aspettare
domani avremo maggiori dubbi
più forti come spighe di ferro
luminosi campi di tempo e parole
E ancora si parte
si riempiono le ali
e ricomincia la scelta del prossimo tuo
un abbraccio senza sollievo
qui si piange fino ad annegare il sole
che invano tenta di cucire
gli strappi del vuoto
Inconsueto
Gira senza senno
sulle gambe di spirali che riposano
letti in fiamme di cobalto
che generano come mai l’attesa
E’ per questo che sono qui
per rendermi inconsueto al mattino
e stanco la notte
per dirti un altra bugia
Meglio morti che domandare
Scrivete
Scrivete storie
scrivete poesie
scrivete incunaboli dove descrivete ogni passaggio d’ali
che siano parole senza fine
lascive fino a perdersi nel fulcro della vostra mano
matematica stupida
per concetti geniali
piccoli pezzi di cielo
che si vendono nei bar di ogni stazione
Scrivete di voi
Scrivete di noi e del nostro bacio
Scrivete delle poche vittorie che ogni giorno fate
e non sapete
Scrivete di quanto siete sacri e di quanto diabolici
intimorite la voce e lavate gli occhi
prima di vedere dove sparire
Scrivete!
Scrivete…
E dimenticate di averlo scritto
Battuta di caccia
Lascio che il punto si allunghi fino al dito
si diverta a premere la forza che lo ha visto crescere
divenire liquido e sparire dietro una stele su cui scriveremo qualcosa
meno diverso da ciò che altri vogliono
Scena di caccia senza i cacciatori
solo le prede che si rincorrono sbadigliando
tremando
senza sapere che è un trittico di vittime
nient’altro
E miriadi di spettatori
spiano da fuori il quadro
senza rete da cui gettare i rifiuti
di tutto l’amore che butteranno via
Vetro e Vento
Esser di vetro e vento
malleabile al passaggio di un fiume dentro le vene
assistere ai pescatori di follia
che gettano reti nel bosco del passato
fino a crollare su spiagge nere di ebano
Sono fili d’Arianna
spezzati dal tramonto
dalle falene di carta che bruciano
alla luce della luna
alle favole antiche che si sporgono dai pozzi
fino ai confini di un immaturo sogno
che altri chiamano
arrivederci
Ascoltate
Ascoltate la verità dei nascosti passi
su altopiani di scale incastrate per non cadere
eterni abbracci che si ascoltano
Ascoltate il sangue che pulsa sotto la plastica
Ascoltate la gente
anche gli stupidi
poichè oguno ha due occhi da raccontate
Ascoltate gli altri padri e le altre madri
non ascoltate le paure che vi portano doni
avrete pregato inutilmente la piccola debole fiamma che vi sorregge
Ascoltate il rumore
e scoprite il silenzio in esso
la soffice fortuna del mondo che resta muto
di fronte alla follia di un urlo
Ascoltate!
Ascoltate…
Prima che il silenzio
sia tale
da non poter più parlare
Leggete
Leggete le parole sui cartelli delle strade
le lettere di fogli strappati ai bordi di ogni dove
leggete il vento e le scie del tempo
leggete libri che nessuno vi ha mai voluto offrire
cercate tra la polvere le pagine che raccontano di voi
leggete le favole ai figli
e ditegli che potrebbe esser vero
se solo non si dimentica di sognare
Leggete le rughe di chi vi ama
ognuna racconta una morte annunciata
Leggete e capite la vita
e scrivete le vostre pagine
invece che lasciar ad altri
scriverne la parola fine
Sospeso
Sospensione a priori
di un mattino strappato dalla tela
la vergine rinsalda il patto
di un mai nato
Icaro
Icaro era un principiante
non sarebbe morto se avesse saputo
che il sole era distratto altrove
Lo specchio e il vento
Mentre i ricordi camminano sul piano polveroso
ti specchi con la vita a brandelli
cercando di scorgere gli sguardi dietro
le follie di una maschera azteca
balzano al tempo come cavallette di fango
mentre le tue mani cercano di arginare
le onde del passaggio di tutti gli amori che hai fatto subire
le sensazioni che il tuo corpo ha dipinto
non sono altro che relitti portati dal vento
minuscoli attimi di seduzione che altri respireranno
non sapendo che ti hanno amato
Bambole impazienti
Le bambole non giocano più con le bambine
si travestono da grandi scommettitrici
ingannando l’attesa di tornare madri
Il cielo sotto
Non ci sono strade da percorrere
non si limita la libertà di andare ovunque
non ci sono percorsi a fatica
non ci sono movimenti meccanici
Ci sono invece pistole ad acqua
con cui uccidere bolle di sapone
cappelli a vapore da sfoggiare come trofei
su piste di ghiaccio sottili
fino a romperle
e scoprire che il cielo
è sotto i nostri piedi
Il Fiume
Ricordo di esserci nato
mentre il boato dell’acqua ricopriva gli occhi
La provocante voracità del dilemma
e la solitudine di un numero felice
Sono dispersioni del convivio
che si erge sotto muri d’acqua
dove tutto in una volta
riempie gli spazi
Acqua come aria
e nessun vuoto nel mezzo
Lancio imperfetto
Si spazzano via le pietre dell’anima per delimitare il fuoco delle passioni e dei giorni affannati, il silenzio è l’attesa di una parola, di una spiegazione… di una forma di messaggi in bottiglia pronti a esser lanciati contro muri liquidi..
Fedora dorme
Fedora aveva tutto lo spazio possibile per giocarsi le stelle, le colpiva con la delicatezza di un bambino che tenta di rubare i giocattoli di dio
Osservanza
La mortalità dello scompiglio
come una rondine distaccata
scendere in picchiata sulla prima pioggia
la maledizione di mille aghi di miele
che corrono sulla scia del ricordo
portando acqua nuova
alle fonti di un possibile giorno fortuito
scuola senza porte
per studenti senza bisogno di conoscere
Tempi aritmici
Hai tempo?
Tutti quegli istanti che colmo con i miei gesti
con le parole che passano
come api indifferenti
verso soli eunuchi
il tempo è la molteplice morte
di una sola azione
la rendiamo vicina al volere
dimenticando di baciare
ogni altra ombra
Lati in disaccordo
Nel quadro del mio ricordo
nascondo ammassando i giorni
incastrandoli alle pareti del pavimento
come fossero librerie di suoni da sfogliare
la cerchia dei venti
che si informano sulle paure leggibili
diventano pratiche da firmare
per avvocati scaltri
ed ecco tutto perfettamente in ordine
sulla linea del sospetto
che lascia al centro
l’unica via di fuga
dalle perfezione del disordine
La fine del disegno
Strappare la sensazione di viversi accanto
la formalità del tempo che diviene miele
tra fogli da colorare partendo dal fondo
artefici del volontario battito del profondo
che non ci incute a vincere la fantasia
E ancora lampi di foglie sull’orizzonte che si spegne
sono echi di pioggia d’inchiostro che rivendica la storia
dei nostri delicati momenti
che ancora non abbiamo osato sognare
Laddove solo il labbro
si ferma a testimone di un gesto
come le follie che si incastrano sullo specchio dei perchè
abilmente travestiti da mercanti senza affari
ed ecco che si pensano
appena prima di baciarsi