Non mi devo scordare
All’angolo del mio silenzio
Di quello che trasuda
Da proiettili d’ossa e pentimento
Un pavone a geometrie improvvise
Mai saturo del suo nido di vespe
Ecco come dovrei parlarvi
Con un ronzio d’incenso bianco
E uccidere la bellezza con foglie scure
Quelle cadute sotto le scarpe di un bambino
Che ancora aspetta
Che torni i cima all’albero
Ad illuminarla a natale