Nostra signora dei Ciliegi

Fu come un sole
che brucia di fiori
L’edera che piano
avvelena da dentro
avvolgendo la sabbia
che del sangue fu mare
Con la riga delle labbra
in un carnevale di dolore

strappo petali ai sogni
gli stessi che mi resero
regina imperfetta

Tu aspetti così
una vita strappata
come lista da bambini
aspettando che dorma
l’ozioso dolore in attesa

Ed è un cieco emulare
questo mio harem di capelli
Dove le idee sono impiccate a fili d’avorio scuro
come se fossero prede di ragni ghignanti

E tu dio benevolo
così avresti esultato
se avessi pianto lacrime a spina
Non pensar che mi si geli il canto
tra le fitte di questo corpo che si deforma sul sorriso
come un foglio stropicciato vivente
e mai assolto

Al cieco delitto di mani a macigno
sogno ancora abbracci e carezze da dare

Un secolo prima
avrei lanciato saette
alle preghiere dette ad insulto
nascosta dentro un lenzuolo
come già pronta a partire.

Ai baci di lui
che han tradito la pelle
come ora ti dico
che viver ne valeva la pena
per ogni stupore
sgravato alla finestra
per quando l’aria scappa
da gabbie di cielo

E i giudici avevano
le mani ad arpione
il muso da topo
e il cervello di brina
andavan assolvendo
la morte degli altri
in cambio di fischi
per salvarsi dal coro
di mani già sporche
di verità bugiarde

Ma ora tu dimmi
ameresti questo mio tempo?
Che si spezza come carne e cristallo
ed ogni bacio
si ferma come un soldato ferito.
Questo mio corpo deformato dalla perfezione
del mio voler sperare
assume la forma di una bibbia vivente
pregata e insultata
da chi ne volle la luce

E invece sono tutti
come statue di sangue
sale nelle mani
e un biglietto per altrove

Non sanno rispondere
ai ciechi sbadigli
di chi teme a vita
più che della morte.

E mentre come foglia
cammino tra le gambe
di enormi bocche urlanti
rifaccio i conti a dio
del riporto del mio tempo
sopra calendari a fili d’erba
e lancette a forma di sangue.
Ma tu che mi ascolti
dimmi ora e poi più nulla

Avresti mai potuto
amar l’ultima poesia
di un carnefice pregato
che altri chiaman dio?

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