La fortuna e la pietà

Quasi come un lampo giovane
temerario nel colpire ogni cosa che si sveglia
rincorro polvere invisibile
sul davanzale della vita
curioso da quanti passano a mordersi le mani
dopo aver tolto l’onore di amare
Una cassa di pietra liquida
come regalo di natali presenti
dove far nuotare speranze inopportune
e senza una moneta a farsi pagare
E’ sempre un tempo malvagio
quello che ci porta lontano al momento giusto
una irriverente mania di volersi trovare
il giorno dopo su scale di marmo
Ho la memoria corta
ma guarda lontano oltre siepi di scintille d’acqua
Mentre una donna si lascia amare
da serpenti che sibilano alle orecchie
rendendola sorda
al pigolare ubriaco
di una giovane passione
E’ un giorno come gli altri
in casa della fortuna
non ha invitati ne maestri d’arme
solo vuoti posti in piedi
ad attender miglior pietà
 
C.G.B.

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